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Questo articolo è stato pubblicato il 07 luglio 2014 alle ore 15:21.

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Controllare i flussi di telefoni e dati per risparmiare, sì, ma soprattutto per coadiuvare i processi aziendali. «Abbiamo trovato aziende sovradimensionate con uno spreco dal punto di vista economico e altre sottodimensionate con una potenziale perdita di business», dice il Ceo Antonio De Luca, parlando di imprese che perdevano fino a duemila telefonate al giorno.

Cosa è e come funziona Habble
È un servizio (SaaS, software as a service) che permette di controllare i costi telefonici, prevenendo eccessi di consumi legati al roaming, spese anomale ed errori di fatturazione. I dati raccolti rilevano un risparmio variabile tra il 15 ed il 30% a fronte di consumi annui pari almeno ad 80mila euro. Habble si fa carico di caricare i corretti centri di costo aziendali sgravando così l'amministrazione di un compito semplice ma dispendioso in termini di tempo. La parte più dedita al business è reportistica personalizzabile che permette, ad esempio, di ottenere l'elenco dei clienti più contattati, dei clienti meno sollecitati, la lista delle chiamate perse o la distribuzione geografica delle telefonate in entrata e in uscita. Presso il cliente l'istallazione è minima e non viene gravato l'ITC interno, i dati sono centralizzati sul cloud e accessibili da browser. I centralini sono monitorati in remoto e per i dispositivi mobili esiste una apposita applicazione. Nel parco clienti di Habble ci sono Telecom, Fiat, Mediaset, Università di Bologna, Sammontana, De Cecco e Crif (anche al di fuori dell'Italia), aziende con decine di migliaia tra linee urbane e SIM attivate. Tutte imprese che oggi, oltre a potere contare sulla ripartizione per centro di costo delle spese telefoniche, hanno la conoscenza di ciò che transita sulle linee dati e quelle telefoniche.

I numeri
Il fatturato 2013, primo anno di attività della startup, ha toccato quota 300mila euro, tanti quanti realizzati nel primo trimestre dell'esercizio in corso, anno in cui Habble sta centrando anche gli obiettivi relativi agli utenti: al giro di boa dell'anno solare ha già superato la metà del milione di utenti che vuole annoverare entro fine 2014. «È necessario fare cultura e dobbiamo accelerare sulla crescita perché potrebbe arrivare qualcuno con più disponibilità di noi» dice il Ceo. Il mercato Telecom Expense Management – che non tiene quindi conto delle rilevazioni a scopo di marketing, commerciali e statistiche – secondo Gartner vale 1,9miliardi di dollari a livello globale.

Il lavoro serio paga
Un'analisi svolta in collaborazione con atenei di Pisa e Milano per individuare le esigenze e cinque anni di lavoro prima di arrivare, nel 2013, ad essere operativi. Una misurazione accorta dei segmenti di mercato e partnership con grossi player del mondo delle Telco come rete commerciale e una politica dei prezzi commisurata al numero di linee telefoniche da misurare. L'azienda conta su quindici risorse uomo, per lo più ingegneri, la cui età media è di circa 30 anni. Fino ad oggi Habble ha investito 600mila euro e necessita di altri 2milioni da destinare allo sviluppo e all'internazionalizzazione. «Siamo rimasti nascosti per quattro anni – dice De Luca – abbiamo creato la piattaforma, l'abbiamo testata e ci siamo concentrati sul partenariato commerciale».

Il mercato
In Europa Habble si muove indisturbata, ci sono concorrenti che operano o sulla sola rete fissa o solo su quella dati. Negli USA il leader è Tangoe, colosso da 250milioni di fatturato che però non offre tutti i servizi resi da Habble.

Privacy
Digitando appositi codici sulle tastiere di telefoni fissi e mobili, gli utenti possono escludere le telefonate private dal flusso di informazioni rilevate dal servizio offerto da Habble.

Almeno tre meriti
Al team di Habble vanno riconosciuti almeno tre meriti: il primo è la capacità di impegnarsi per creare un caso di promettente successo, il secondo è la capacità di misurare il proprio business e intraprendere tutti i correttivi necessari. Il terzo è illustrare ulteriormente al Presidente di Google Eric Schmidt che sbaglia nello sminuire la creatività degli italiani.

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