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Questo articolo è stato pubblicato il 08 luglio 2014 alle ore 16:16.

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Quanto può influire un'accurata gestione dei propri profili online sul futuro di un'azienda? Tanto, a volte tantissimo. E non è solo un fatto di essere social, o di avere un sito internet curato nei dettagli. Spesso basta molto meno per andare avanti. O per finire in cattive acque, dipende dai punti di vista. Quello che è successo a un ristoratore italo-francese che vive a Washington ha dell'incredibile. La storia la riporta Wired America link: e riguarda un ristorante aperto da quarant'anni, fallito per colpa (almeno secondo il titolare) di Google Maps. Già, proprio così. La celebre App di Google che ci svela nel dettaglio tutte le strade del mondo stavolta è accusata di avere avuto effetti devastanti sul business di un'attività.

Il Serbian Crown restaurant era un locale storico. Uno dei pochi, in tutti gli Stati Uniti, dove poter mangiare carne di canguro. Poi nel 2012 il titolare inizia a registrare un improvviso calo dei clienti. Un crollo progressivo che lo costringe alla chiusura nell'aprile del 2013. Una disfatta senza spiegazioni, almeno all'inizio. Ma un giorno succede qualcosa che Rene Bertagna (il titolare del ristorante, figlio di un italiano emigrato negli Usa molti anni fa) non poteva neanche prevedere. Un cliente chiama al Serbian Crown e chiede come mai il locale fosse chiuso durante i weekend e al lunedì. Quelli erano i giorni di chiusura settimanali indicati sul profilo Google del ristorante, e apparivano a tutti i clienti che cercavano un ristorante nella zona su Google Maps, o che sul web cercavano proprio il Serbian Crown.

Informazioni del tutto false. Anzi, erano proprio quelli i giorni che storicamente rendevano di più per Bertagna. Uno vero smacco, insomma. Anche perché nessuno al Serbian Crow sapeva di avere un account Google. Anche per questo oggi il ristoratore italo-francese ha deciso di fare causa a Big G. Hha citata in giudizio l'azienda presso la corte federale della Virginia ritenendola responsabile del fallimento del suo locale.

I precedenti
Non è la prima volta, comunque, che alcuni account di Google vengono sabotati. A gennaio scorso migliaia di annunci relativi ad alcuni hotel sono stati dirottati per puntare a un Url esterno . Molto spesso sono i piccoli professionisti a pagare il dazio maggiore, con migliaia di account spam relativi a idraulici, tappezzieri e fabbri del tutto inesistenti. Account creati ad arte per rendere meno visibili e rintracciabili quelli reali. Spesso, inoltre, gli annunci vengono clonati o creati (se inesistenti) e a questi vengono aggiunte informazioni false. Il tutto, secondo gli esperti, a causa dell'aspetto "social" di Google+, dove gli utenti possono inviare modifiche per migliorare il profilo di un locale (come un sito web, un numero di telefono, un indirizzo, i giorni di chiusura settimanali). Informazioni che ovviamente Google passa al setaccio prima di approvare. Ma evidentemente ogni tanto qualcosa non funziona. E si rischia di rimetterci un ristorante, a non farci caso.

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