Storia dell'articolo
Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 09 luglio 2014 alle ore 16:12.

My24

Non è un buon periodo per Airbnb, la celebre azienda che offre un servizio di affitta camere per brevi periodi di tempo, fornendo un'alternativa ai tradizionali alberghi e ai B&B. Prima il procuratore di New York, Eric Schneiderman, con la sua inchiesta tesa a individuare eventuali irregolarità (ne scrivevamo qui). Ora un'altra grana, tutta Europea.

E' di poche ore fa la notizia che il governo della Catalogna, comunità autonoma della Spagna, ha inflitto una multa di 30 mila euro all'azienda con sede a San Francisco rea di non aver rispettato (insieme ad altre 7 aziende del settore) le leggi locali in materia di affitto. Una legge catalana datata 2012, infatti, impone la registrazione di tutti gli appartamenti affittati per turismo presso un ente apposito, che poi trasferisce i dati al Ministero del Turismo spagnolo. La stessa legge, inoltre, dichiara illegale la pratica di affittare stanze all'interno degli appartamenti.

A far paura ad Airbnb probabilmente, però, non è la multa da 30mila euro, quanto la possibilità che il governo catalano possa bloccare l'accesso al servizio per l'area di sua competenza (ipotesi al momento poco percorribile). Sarebbe un bel guaio per la società americana, anche perché Barcellona risulta essere la terza città più cliccata su Airbnb dopo New York e Parigi. Una decisione del genere, inoltre, potrebbe spingere altri Paesi ad adottare la stessa misura per tutelare gli hotel. E per l'azienda californiana sarebbe una debacle senza precedenti.

Per ora da San Francisco hanno dato mandato a un pool di legali di analizzare la vicenda nel dettaglio, per capire come tutelarsi. E un portavoce della società ha rilasciato una breve dichiarazione al Wall Street Journal nella quale viene espresso tutto lo stupore per la decisione catalana: «Barcellona dovrebbe essere una città ai vertici dell'innovazione. Per questo motivo la decisione ci provoca dispiacere. Così facendo non si permetterà alla città di restare al passo coi tempi».

Airbnb ha voluto sottolineare anche i benefici economici che il suo servizio ha apportato all'economia catalana, con 4 mila nuovi posti di lavoro e con ricavi di circa 130 milioni di euro. Ma evidentemente non basta. In Catalogna sembrano orientati ad attuare una politica ferrea per regolamentare il mercato degli affitti.

Giova ricordare che Airbnb, fondata nel 2008, è presente in circa 200 Paesi e fa della convenienza il suo punto di forza. Il sito raccoglie gli annunci di migliaia di persone che concedono in affitto la loro casa (o parte di essa) per brevi periodi di tempo. Poi gli utenti in cerca di un alloggio scelgono la destinazione, le date e hanno una vasta gamma di scelta. Il pagamento della locazione avviene tramite carta di credito e Airbnb mantiene per sé una percentuale che varia in base al totale della transazione (più è alto il totale più è bassa la percentuale). Un'intuizione geniale, a vederla così. Ma nelle ultime settimane qualche ostacolo di troppo si sta frapponendo fra il presente e il futuro del colosso californiano. Sarà interessante vedere come andrà a finire.

Commenta la notizia

Shopping24

Dai nostri archivi