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Questo articolo è stato pubblicato il 09 luglio 2014 alle ore 13:21.
L'ultima modifica è del 09 luglio 2014 alle ore 16:22.

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La pillola contraccettiva del futuro? Forse non sarà il classico farmaco, da assumere per bocca o attraverso altre strade come il cerotto o il dispositivo vaginale che rilascino il principio attivo. Già nel 2018 potrebbe essere in vendita un microsistema impiantabile, da posizionare sotto la pelle dei glutei o dell'addome, capace di rilasciare una piccola dose dell'ormone che impedisce la gravidanza per sedici anni. La grande novità non sta però solo nella miniaturizzazione, ma anche nella possibilità di controllo "wireless" che differenzia il prototipo da altri sistemi impiantabili disponibili. Sarà la donna stessa, quando vorrà avere un figlio, a "fermare" il rilascio dell'ormone e quindi a preparare il sistema riproduttivo per la gravidanza.

Promette una vera e propria rivoluzione dalla parte del gentil sesso MicroChips, una startup nata all'ombra del prestigioso Massachusetts Institute of Technology (Mit), che ha messo a punto il piccolissimo dispositivo ed è pronta a partire con uno studio clinico negli Usa il prossimo anno. A sostenere il lavoro dei ricercatori è addirittura Bill Gates, che ha deciso di supportare il progetto. La notizia rimbalza dalla Bbc e sicuramente è destinata a creare fermento in un settore, quello della contraccezione, che ancora ha difficoltà a decollare completamente, soprattutto in Italia. Il microchip, un piccolo quadratino di venti millimetri profondo sette, è programmato per rilasciare ogni giorno una piccola dose di levonorgestrel, un ormone già utilizzato in diverse pillole contraccettive. Il farmaco è contenuto in un piccolo "contenitore" che viene impiantato all'interno della "scatolina" che viene posta sotto la pelle: attraverso una guarnizione ipercontrollata viene rilasciato quotidianamente il quantitativo di ormone previsto.

Il sistema programma prevede una durata dell'azione contraccettiva di sedici anni (i dispositivi impantabili attuali non superano i cinque anni di durata) ma può essere disattivato in ogni momento. Attenzione: su questo fronte il livello di sicurezza è massimo. Il blocco wireless dell'azione contraccettiva – a detta degli inventori – non può essere effettuato da chi si trovi nella stanza o comunque vicino alla donna ma solamente dalla donna stessa (magari insieme al partner), che può ripristinare il normale corredo ormonale della vita fertile. Non c'è quindi il rischio di una "riprogrammazione" da parte di terzi che si trovano vicino alla donna. In questo sta la grande rivoluzione: oggi infatti per eliminare i sistemi di rilascio ormonale prolungato impiantati sotto la pelle è necessario l'intervento di un medico e un piccolissimo intervento ambulatoriale.

Secondo gli scienziati che hanno realizzato lo strumento, il costo finale del microchip non dovrebbe essere particolarmente elevato. Per avere informazioni in questo senso occorre però aspettare qualche anno e soprattutto conoscere i risultati delle sperimentazione cliniche. Per il futuro, peraltro, questa tecnologia potrebbe essere applicata non solo nell'ambito del controllo delle nascite ma anche nel trattamento di patologie croniche, che rende necessario il rilascio quotidiano di un farmaco all'interno dell'organismo del malato. L'ipotesi di lavoro nasce dalle ricerche di Robert S. Langer, docente al David H. Koch Institute presso il Mit, che insieme a Michael Cima e John Santini ha sviluppato da diversi anni una tecnologia a microchip in grado di rilasciare quantità predeterminate di sostanze chimiche nell'organismo. Nel 2012, poi, è entrato in campo Bill Gates, che ha dato lo spunto e il sostegno per sviluppare questo innovativo strumento di controllo delle nascite.

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