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Questo articolo è stato pubblicato il 28 luglio 2014 alle ore 13:52.

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Secondo quanto calcolato da Data Jones Venture Capital le startup europee nel secondo trimestre di quest'anno hanno raccolto 2,1 miliardi di euro dai venture capital. Qui il grafico interattivo. Un investimento così corposo non si vedeva dal 2001. Quella appena passata sembra essere una primavera di speranza anche per le startup americane che hanno raccolto 13,8 miliardi di dollari nello stesso periodo. Per gli analisiti è un momento di riallineamento che però vede l'Europa terra di conquista da parte degli investitori extra-Ue.

Startu europee più attraente ma i deal non aumentano

Nello specifico si legge nel rapporto quello che è cambiato non è il numero di operazioni di investimento (sono 365 deal, circa il 6% in più rispetto all'anno precedente) ma il capitale speso. La mediana degli investimenti è salita a 2,2 milioni di euro rispetto all'1,5 dello stesso periodo dell'anno precedente. In qualche modo è cresciuta la competizione e quindi il livello delle startup del vecchio continente.

In prima fila il commercio elettronico

L'investimento più alto del trimestre spetta al settore del servizi di conusmo (commercio elettronico, car sharing e servizi di distribuzione musica e film) . Nel secondo trimestre hanno raccolto 755 milioni di euro (il 37% del totale). In particolare, i primi cinque deal più ricchi sono tutti relativi a questo settore. Segue quello dei servizi finanziari e quello dell'healthcare. Aumentando ancora di più lo zoom, l'affare più ricco cioè il round di finanziamento più ricco è rappresentato dal retailer online Ozon Group che ha raccolto 150 milioni di euro in aprile. Seguono i britannici di Kobalt Music che hanno un investimento di 84 milioni di euro. Il segno di fiducia però deve fare i conti con un momento di stasi. In Italia invece i segnali restano contrastanti.

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