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Questo articolo è stato pubblicato il 22 settembre 2014 alle ore 09:23.
L'ultima modifica è del 22 settembre 2014 alle ore 17:13.

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Se fanno solo la metà di quanto promettono, il nostro lavoro è finito. Così i fotografi professionisti illustrano brevemente le novità principali del Photokina, la fiera biennale di fotografia che si chiude oggi a Colonia. Il giudizio si riferisce alle mirrorless (o CSC), le macchine simile alle reflex a cui manca lo specchio che invia l'immagine al mirino. Qui il passaggio occhio-obiettivo è tutto elettronico a vantaggio del peso, che si riduce notevolmente, ma anche della velocità. A spiccare nella folla è la NX1 della Samsung, una macchina che grazie ai suoi automatismi può trasformare chiunque (o quasi) in un fotografo provetto. L'accento è sopratutto sulla velocità di scatto, ben 15 frame al secondo, alla massima risoluzione e fino a 70 scatti. Basta quindi puntare e scattare a mitragliatrice e l'occhio clinico del professionista scende in secondo piano: tra quelle 15 foto al secondo a 28 Mpixel ci sarà sicuramente qualcosa di buono. L'automatismo che aiuta il neofita si esprime anche in altra forma con la Panasonic GH4. Grazie all'ultimo aggiornamento del firmware è in grado di estrapolare fotogrammi da 8 Mpixel da video registrati in 4K direttamente dalla macchina. Prima giri un filmato in cui si segui il soggetto e poi scegli il fotogramma migliore tra i trenta frame al secondo. Facile. L'automatismo però raggiunge un picco inquietante con Lytro, azienda americana nata nel 2006 e specializzata nelle light-field camera, le macchine plenottiche. Qui la fotocamera non seleziona più le informazioni sul campo luminoso in base alle nostre impostazioni ma raccoglie tutti i raggi luminosi, prestando particolare attenzione alla loro direzione. Il risultato è la fotografia al contrario: prima si scatta e poi tramite il display touch si aggiustano messa a fuoco, apertura, profondità di campo e tutti quei parametri che normalmente venivano impostati prima di fotografare. Per definire queste macchine non si parla neanche di Megapixel ma di Megaray, ovvero del numero di piani di messa a fuoco che possono acquisire. La foto che ne risulta è interattiva e può essere modificata in ogni momento, anche dopo la pubblicazione in digitale. Non è più il fotografo a decidere cosa farci vedere e l'utente può modificare lo scatto come preferisce, scegliendo di mettere a fuoco ciò che l'autore aveva tenuto in secondo piano. Basta un tocco sul tablet o un clic sul computer per aggiustare i parametri a nostro piacimento. Il punto è che finora Lytro si era limitata alla basilare fotocamera omonima, un oggettino divertente ma abbastanza limitato, mentre ora l'azienda sfida i colossi con Illum, una mirrorless con un obiettivo 30-250mm da 40 Megaray, ovvero 40 piani di messa a fuoco, una potenza spopositata che ci trasforma tutti in maghi della fotografia.

C'è poi il video. Il 4K sta diventando la regola per le CSC, l'autofocus segue il soggetto senza mollarlo mai e basta un istante perché si regoli automaticamente su eventuali intralci che spuntano in primo piano. Il loro corpo leggero (la GH4 raggiunge 480 grammi) consente anche di montarle sui droni per realizzare video amatoriali che lasciano a bocca aperta. Tanto fa tutto la macchina, la imposti su infinito e via. A noi non resta che giocare col velivolo. Il prezzo poi fa paura, per queste tre meraviglie si spendono intorno ai 1.500 euro (solo corpo le prime due, kit completo per la Illum), non è tanto per mascherare un neofita da esperto.

Sul fronte più tradizionale invece la fotografia si arrende allo smartphone. Visto che la guerra contro i cellulari è persa, anche i marchi più blasonati si alleano con il nemico piegandosi a dettami che prima avrebbero guardato con sdegno. Il primo fronte è la connettività. Nikon con la D750 per la prima volta offre il Wi-Fi in una sua full frame permettendo di trasferire immagini senza fili, condividerle al volo e controllare la macchina da remoto. C'è poi chi tenta la fusione per battere i produttori di cellulari sfruttando la propria esperienza fotografica. Parliamo di Panasonic e del suo CM-1, uno smartphone Android 4.4 di livello (2,3GHz, 2GB di RAM e 16GB di memoria) che dietro ha una fotocamera con il più grande sensore di sempre (un pollice) e ottica fissa firmata Leica. A differenza di esperimenti simili, spicca per il doppio sistema operativo: il robottino pensa al cellulare ma la fotocamera è gestita dall'interfaccia Lumix. Il prezzo è alto, ben 900 euro, ma offre una compatta in piena regola che scatta anche in RAW. L'altro fronte è il selfie. Anche qui i colossi fanno un passo avanti, con Olympus che chiama come testimonial i blogger di moda e la loro passione per l'autoritratto. La sua mirrorless compatta Pen E-PL7 ha il display da 3 pollici che ruota di 180 gradi e si posiziona sotto l'obiettivo per selfie a prova di errore. I 23 effetti consentono il ritocco rapido direttamente in macchina, ovviando ai nostri errori o facendoci sembrare degli artisti (Instagram docet), mentre il Wi-Fi permette di inondare la Rete con i nostri scatti. In tutti questo marasma elettronico c'è anche chi va controcorrente rimanendo duro e puro. Uno di questi è Canon che nella sua nuova reflex digitale 7D Mark II mette il GPS ma non il Wi-Fi. Un altro, ben più estremo, è Leica. Per celebrare i fasti del passato ha rilasciato la M-A, una compatta completamente analogica venduta in abbinamento a un rullino in bianco e nero firmato Kodak. Il messaggio è chiaro: niente automatismi, se non sei un fotografo non riesci neanche a scattare.

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