Mal di testa al lavoro: colpisce una persona su 10. Fattori scatenanti e possibili interventi

«La forma più diffusa di mal di testa è la cefalea muscolotensiva, che ha un'origine muscolare e può derivare da posture scorrette davanti al computer o da particolari dis-ergonomie in alcuni tipo di lavoro», spiega lo specialista di Medicina del Lavoro Giuseppe Taino, della Maugeri. Tra le forme di mal di testa, l'emicrania (classica, oppure con aura) coinvolge invece metà o una parte del cranio. E sono talvolta le stesse terapie, utilizzate anche per prevenire gli attacchi, che possono avere effetti negativi sulla vigilanza e sull'efficienza al lavoro. Nell'emicrania con aura, prima che insorga il dolore si può avere una riduzione del campo visivo (o alterazioni del gusto o dell'olfatto), con effetti chiaramente importanti sull'attività lavorativa. Tra le forme più limitanti anche le cefalee a grappolo che possono manifestarsi con episodi ripetuti, per più giorni di seguito.

Quali sono i fattori scatenanti, per chi soffre di cefalee? Secondo l'esperto, uno dei maggiori fattori di rischio è il cosiddetto jat-lag da turno di notte, che scombussola i ritmi circadiani causando insonnia, stanchezza, sonnolenza diurna, nervosismo, calo di concentrazione. Ma sotto accusa anche lo stress psicofisico, le posture sbagliate, un impegno psichico elevato, le troppe ore passate davanti al pc, fino all'esposizione a rumori o stimoli olfattivi fastidiosi, oppure a luci o sostanze chimiche.