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Questo articolo è stato pubblicato il 29 settembre 2014 alle ore 10:14.

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L'app che arriva da San Francisco, gli scioperi, le minacce e poi le aggressioni, la lunga vicenda legale: dalla California a Milano questa è la cronaca di quello che è successo tra Uber e i tassisti negli ultimi due anni. Non che le app per trovare i taxi mancassero, ma sul piano dell'offerta di semplicità e tecnologia lasciavano alquanto a desiderare.

La Uri, ovvero l'Unione radiotaxi italiana che riunisce 43 sigle nelle maggiori città come Roma, Milano, Firenze, Napoli e Torino, ha un'app da due anni che ora è stata rinnovata. Si chiama IT Taxi. «Ci siamo dissociati da ogni iniziativa che fosse fuori dalla legge sin dall'inizio – spiega Loreno Bittarelli, presidente di Uri -. Preferiamo un approccio costruttivo che abbia l'innovazione come principale punto di riferimento».

L'app è stata sviluppata in Italia da Microtek. Sulle mappe si trovano i taxi, si possono prenotare, si può pagare. Su questo Uber ha un vantaggio: fa registrare la carta di credito e da lì in poi si paga con il cellulare, mentre IT Taxi richiede un account Paypal. «Nei prossimi mesi, sicuramente entro il 2015, implementeremo la funzione che permette di pagare direttamente con la carta», spiega Bittarelli. Il vantaggio di IT Taxi è invece legato alla capillarità dei taxi: «Abbiamo oltre 10mila auto, nessun altro può fornire un servizio del genere. Noi non stiamo rincorrendo nessuno». Inoltre i prezzi in media sono più bassi rispetto alle auto nere di Uber di circa il 20%. Per quanto l'app sia arrivata prima di Uber, la sua implementazione è stata più lenta perché “non abbiamo la forza economica dei giganti del web”. Uber oggi è valutata oltre 18 miliardi di dollari e tra i finanziatori vede Google. In realtà la app californiana si è sempre detta aperta anche in Italia, come già avviene in altri Paesi, a integrare i taxi nel servizio. Quest'ultimi però non hanno intenzione di lasciare una percentuale all'azienda americana.

Uri ha deciso di spingere ora l'applicazione anche in vista di Expo. L'incognita è legata a chi viaggia molto e con Uber può trovare e pagare le auto senza dover installare alcuna app. C'è un progetto di integrazione con altre piattaforme europee o internazionali per essere competitivi anche su questo fronte? “Al momento non abbiamo questo piano e preferiamo concentrarci sull'offerta in Italia” risponde Bittarelli. All'estero è in atto soltanto una «campagna di comunicazione corporate e posizionamento».

Esiste anche un'offerta business che prevede accordi con le cooperative con tariffe prefissate. Nelle prossime settimane, e comunque sicuramente entro i primi mesi del 2015, verrà aggiunto il calcolo della tariffa prima della corsa con la possibilità di acquistarla online oppure pagare a bordo. Ci saranno inoltre agevolazioni per gli aeroporti e l'opzione di condividere con altri utenti le corse, con risparmi fino al 50%.

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