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Questo articolo è stato pubblicato il 06 ottobre 2014 alle ore 20:54.

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John O'Keefe, Edvard I Moser e May-Britt MoserJohn O'Keefe, Edvard I Moser e May-Britt Moser

La capacità di muoversi, di trovare e di seguire un itinerario dipende da algoritmi nervosi che integrano informazioni circa il posto in cui ci si trova, la distanza della destinazione, la direzione. L'orientamento spaziale dipende dall'interazione fra ambiente e costrutti cerebrali, che si sono scoperti essere innati perché già perfettamente attivi in animali da laboratorio al loro primo movimento.

Il neuroscienziato angloamericano John O'Keefe e i coniugi norvegesi May-Britt e Edvard Moser hanno ricevuto il premio Nobel per la medicina per i loro studi sui meccanismi cerebrali della percezione dello spazio e dell'orientamento spaziale.

Percezione spaziale ed orientamento sono elaborati da circuiti dell'ippocampo e paraippocampali composti da tre tipi di cellule, già presenti alla nascita e che evolvono con la crescita. In particolare lo studio del funzionamento di una di queste cellule (grid cell, cellula griglia), iniziato da O'Keefe già negli anni '70, è stato determinante per la comprensione del sistema.

L'ippocampo, un organo paramediano bilaterale posto nella profondità del cervello, si rivela determinante non solo per la memoria e per il senso del tempo, ma anche per l'orientamento spaziale. Gli studi dei tre premiati, di O'Keefe a partire dagli anni '70 e dei coniugi Moser da circa 10 anni, sono stati fondamentali nella comprensione dell'anatomia, dello sviluppo. del funzionamento ed anche di disturbi dei meccanismi della percezione dello spazio e dell'orientamento.

La morte dei neuroni nella malattia di Alzheimer colpisce prevalentemente e precocemente l'ippocampo: non è raro che uno dei primi disturbi della malattia, oltre la debolezza della memoria, sia il disorientamento spaziale, che talora insorge all'improvviso.

ajb@bluewin.ch

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