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Questo articolo è stato pubblicato il 13 novembre 2014 alle ore 13:26.
L'ultima modifica è del 13 novembre 2014 alle ore 14:51.

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David ha sconfitto i Golia d'oltreoceano. Dopo 2 anni di battaglie, Aruba spa, leader nei servizi di web hosting, pec e registrazione domini (e dal 2011 cloud provider europeo) si è aggiudicata il dominio .cloud.
La società aretina, fondata nel 1994 e con un fatturato di circa 100 milioni di euro, ha così superato competitors come Google, Symantec ed Amazon (che tutte insieme hanno un market cap di oltre 500 miliardi di dollari).

Non è noto il prezzo di acquisizione. La società non si sbilancia. Ma secondo fonti americane .cloud sarebbe stato acquisito per un importo a doppia cifra, almeno 10 milioni di dollari. «Siamo orgogliosi di esserci aggiudicati questo dominio di rilevanza globale – ha commentato Stefano Cecconi, Ad di Aruba – e di essere diventati “registro ufficiale” per la registrazione di chi vorrà avvalersi del nuovo dominio». Se altri operatori o soggetti vorranno avvalersi del .cloud, dovranno infatti pagare un fee annuale. «In un primo momento – ha detto Cecconi – accetteremo le domande dei marchi registrati (gli operatori di cloud computing) per cui le tariffe di mercato sono attorno ai 100-120 dollari l'anno per nome registrato»Importo da moltiplicare p0er il numero dei clienti registrati. «Dopo, garantiremo un accesso generalizzato, oggi tra 10-30 dollari l'anno a singolo nome». Il tutto sarà operativo dal 2015.

«Le possibilità di business aperte dai nuovi top level domain – ha spiegato l'avvocato Gabriel Cuonzo (Studio Trevisan & Cuonzo) sono molteplici, perchè permettono la creazione di domini internet customizzati. Una sfida per le imprese, per essere sempre piùriconoscibili in rete».

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