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Questo articolo è stato pubblicato il 17 novembre 2014 alle ore 10:45.
L'ultima modifica è del 17 novembre 2014 alle ore 12:06.

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Si dovrebbe chiamare Facebook at work il risvolto business del social network di Mark Zuckerberg. Ne scrive il Financial Times citando persone informate dei fatti e dicendo che il progetto sarebbe in capo agli uffici di Londra. L’idea è permettere la chat tra colleghi per uso professionale, la condivisione e il lavoro in team sui documenti, la creazione di gruppi. Il tutto con la stessa interfaccia grafica cui siamo abituati, newsfeed compreso. Da quanto si capisce finora, dovrebbe essere un ambiente che, a scelta dell’utente, può essere separato dalle foto delle vacanze e ogni aspetto più personale.

In questo modo identità lavorativa e personale possono restare separate. Se confermato, questo passo segna una svolta strategica per Facebook. Oggi il rapporto con le aziende non è dei migliori: spesso il sito è bloccato all’origine sui pc degli uffici per evitare danni di produttività, senza contare le paure legate alla privacy. Su questa Mark Zukerberg, nel presentare le novità che riguardano la gestione dei dati personali, ha detto che «si tratta di una importante svolta culturale per l’azienda».

Facebook si allargherebbe così sul terreno di LinkedIn, specie per quanto riguarda le funzioni più social. Ci sono poi i documenti collaborativi di Google Drive e il social network aziendale Yammer, rilevato per 1,2 miliardi di dollari nel 2012 e integrato su Office.
Facebook è nato come network universitario una decina di anni fa, oggi ha 1,35 miliardi di utenti. E non ha intenzione di fermarsi.

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