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Questo articolo è stato pubblicato il 07 dicembre 2014 alle ore 08:12.

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aIl meccanismo di autoregolamentazione del web è la prima garanzia offerta al finanziamento dal basso. Il crowdfunding, come qualsiasi altra attività svolta sulla rete, non è esente da rischi anche se di norma truffe e raggiri vengono smascherati in fretta. Non c'è difesa, invece, per gli investimenti sbagliati. Né sul web né altrove. L'unica cosa certa è che senza impegno, lavoro, risorse, budget, senza gli strumenti che raccontino il progetto e senza pubblicizzarlo attraverso i canali giusti, le probabilità di insuccesso non lasciano scampo.
Buonanotte e sogni lucidi
Kickstarter, autunno 2013. Luci, un dispositivo da apporre attorno alla testa, promette di indurre sogni lucidi. L'idea piace tanto da raccogliere 360mila dollari canadesi (260mila euro circa) da 2.569 finanziatori. Uno di questi, Amine Barnat, intuisce che qualcosa non va e immediatamente porta la sua offerta da 175 dollari a uno, cifra minima necessaria per potere continuare a postare commenti sulla pagina del progetto, senza però avere risposte dai promotori ma sufficienti a istillare dubbi anche tra gli altri sostenitori del progetto. Gpx Technologies, l'azienda che avrebbe dovuto produrre il portentoso dispositivo chiude la campagna di finanziamento: si va in tribunale e tutti i finanziatori rientrano in possesso dei propri esborsi. I controlli di Kickstarter sono blandi: verifica identità, indirizzi, coordinate bancarie e recapiti telefonici di chi propone progetti. Una due diligence all'acqua di rose che lascia ampio spazio a persone poco serie se non del tutto malintenzionate. I finanziatori sono molto più attenti e scrupolosi.
Mamma, ho finito i soldi
Due stelle cadenti, una delle quali con sorpresa finale. Il gioco di ruolo di Erik Chevalier ha raccolto, sempre su Kickstarter, poco più di 120mila dollari (a fronte dei 35mila fissati come obiettivo). Il giovane imprenditore è sparito per circa un anno, salvo poi pubblicare una lettera con cui chiedeva scusa ai finanziatori comunicando loro che il gioco non avrebbe mai visto la luce a causa di problemi economici. L'elenco delle spese sostenute non ha convinto però i sostenitori i quali, sulla pagina del progetto, non hanno lesinato su proteste e insulti, qualcuno ha anche asserito di volere adire le vie legali. Era l'estate del 2013 e gli sviluppi non si sono ancora ben delineati. Un anno prima è stato il turno di Broken Age, il gioco "punta e clicca" prodotto dalla Double Fine Productions, videogame capace di raccogliere 3,3 milioni di dollari in meno di un mese e di terminare il denaro in brevissimo tempo. In questo caso però si è trattato di tanto involontario quanto pessimo allestimento del budget. Con molta fatica il prodotto è stato comunque terminato e lanciato sul mercato con qualche mese di ritardo.

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