Storia dell'articolo
Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 10 dicembre 2014 alle ore 06:39.

My24

a «Impatto sociale» è ormai saldamente in testa alle classifiche delle buzzword che declinano l'innovazione in campo sociale. Quell'innovazione che da tempo influenza le politiche europee ricercando nuove soluzioni a problemi socialmente rilevanti grazie a una radicale ricombinazione dei fattori (prodotti, servizi, modelli) e delle relazioni tra gli attori che cooperano a tal fine. Sono infatti passati cinque anni dall'uscita del seminale «Open book of social innovation» curato da think tank come Nesta e Young Foundation. Un quinquennio molto intenso in gran parte speso per tracciare la baseline dell'innovazione sociale, il perimetro entro il quale diversi soggetti – pubblici e privati, con e senza scopo di lucro – intendono posizionare le proprie iniziative, progetti, attività riconducibili a questo paradigma.
Oggi però tutto questo sistema in rapida formazione è chiamato a compiere un salto di qualità che si esprime con un concetto di derivazione tecnologica: scalabilità. Scalare l'innovazione per fare in modo che le sue realizzazioni impattino in modo più evidente (e positivo) sugli schemi di regolazione delle politiche e di allocazione delle risorse, cambiando le regole del gioco in campi come il welfare, l'educazione, la sanità che negli ultimi decenni hanno tollerato, a malapena, innovazioni incrementali, tutt'altro quindi che di rottura. «Diventare grandi» insomma, questa è la sfida che attende gli innovatori sociali vecchi e nuovi che operano nel nostro Paese.
Tutto questo fermento non poteva non avere ricadute a livello normativo. La più importante e controversa è la proposta di riforma della norma sull'impresa sociale contenuta nella riforma del terzo settore elaborata dal Governo. A molti osservatori non è sfuggito il fatto che i connotati dell'impresa sociale prossima ventura assomiglieranno sempre di più a una società di capitali e non solo a una società caratterizzata (e governata) dal fattore lavoro. Lo si nota nella possibilità di distribuire gli utili, consentendo all'impresa sociale di remunerare, almeno in parte, il capitale di investitori (che, per quanto pazienti, non sono zero dividend). Lo si nota anche per il fatto che l'impresa sociale si definirà non solo per i suoi obiettivi statutari e per il fatto di operare in determinati settori di attività, ma anche per la capacità di produrre «impatti sociali positivi e rendicontabili». Soprattutto su quest'ultimo punto si è scatenato un dibattito molto intenso tra i sostenitori di questa opzione e coloro che invece mettono in guardia rispetto all'effettiva possibilità di definire metriche efficaci per misurare l'impatto di beni e servizi caratterizzati da notevoli elementi di complessità sia dei processi produttivi che, per l'appunto, degli effetti generati presso una vasta e variegata platea di beneficiari. Ma il dado è (quasi) tratto perché l'impatto sociale è una sorta di "pesce pilota" per la raccolta e l'impiego di nuove risorse di investimento di origine privata che si prefiggono di scalare l'innovazione sociale.
A definire la strategia dell'impact investing è stata, tra gli altri, una task-force costituita nell'ambito del G7 e che in Italia ha prodotto un documento, «La finanza che include. Gli investimenti a impatto sociale per una nuova economia», curato da Giovanna Melandri, Mario Calderini e Mario La Torre. Fin qui il quadro. E le realizzazioni? Ancora non molte, ma c'è un caso pilota, una start up e più di una misura in cantiere. Il benchmark dell'impact investing in Italia (e non solo) è Oltre Venture che, forte di un'esperienza consolidata nel campo della finanza equity a supporto di iniziative sociali, è pronta anch'essa al salto di qualità. Si è vista infatti assegnare dal Fondo europeo di Investimenti 10 milioni di euro, il più consistente commitment a livello continentale del nuovo Social Impact Accelerator, un fondo di fondi per le imprese sociali europee. Ora dovrà raddoppiare con una raccolta propria: in totale 20 milioni di euro da investire non solo nel campo del welfare in senso stretto (servizi socio-sanitari, social housing), ma anche su operazioni più orientate alla coesione sociale, in territori svantaggiati e per la rigenerazione di asset immobiliari pubblici. Il tutto con l'approccio pragmatico di Luciano Balbo, fondatore e presidente di Oltre Venture, che privilegia, nella migliore tradizione dell'equity financing, la partecipazione diretta nelle imprese, sfumando il confine tra finanziatore e imprenditore sociale.
Altro caso interessante sono i social bond di Ubi Banca: dopo alcune sperimentazioni di taglio filantropico – che hanno cioè redistribuito una quota parte della raccolta obbligazionaria a favore di iniziative sociali – a fine 2012 è stato lanciato un primo social bond interamente dedicato a finanziare progetti di impresa sociale proposti da coop e consorzi della rete Cgm forte anche di un sistema di rating in grado di valutare il potenziale di impatto sociale. Manca, nel quadro italiano, un ultimo tassello, quello decisivo per l'impact investing, ovvero strumenti di finanziamento basati sul principio del payment by result. Si tratta dei cosiddetti social impact bond sperimentati nel contesto inglese che premiando l'impatto sociale generano un risparmio di spesa pubblica che consente di ripagare l'investimento. La fondazione Human è il principale influencer delle obbligazioni a impatto sociale, insieme a San Patrignano. Ma anche altri attori della finanza corporate si stanno muovendo in questa direzione, avendo come riferimento non solo le imprese sociali, ma soprattutto le amministrazioni pubbliche. Non è difficile immaginare che molti sindaci e assessori stretti dai vincoli di finanza pubblica siano interessati ad accogliere con favore strumenti che consentano di raccogliere risorse e insieme di efficientare la spesa, anche nel welfare. L'offerta è quindi (quasi) pronta. Si tratterà di vedere se anche la domanda di risorse finanziarie vorrà e saprà riconoscere in questa nuova strumentazione un'opportunità per scalare innovazioni mature incrementandone l'impatto.

Commenta la notizia

Shopping24

Dai nostri archivi