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Questo articolo è stato pubblicato il 13 dicembre 2014 alle ore 17:50.
L'ultima modifica è del 15 dicembre 2014 alle ore 10:51.

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Il progetto del vincitore assoluto, Diego Paparelle, presentato allo Sticker design@IedIl progetto del vincitore assoluto, Diego Paparelle, presentato allo Sticker design@Ied

Dillo con uno sticker. Non di carta, ma sul web: gli “adesivi digitali” che affollano chat e applicazioni sono cresciuti fino a un giro da miliardi di scambi al giorno. Nuova forma di linguaggio? Di sicuro, una frontiera che affascina: di qui “Sticker design@Ied”, la partnership appena siglata dal gigante giapponese della messaggistica istantanea Line e l'Istituto Europeo di Design di Milano. Il progetto, diviso in due tra un workshop per studenti ed ex studenti e una lezione sulle nuove opportunità per chat designer, ha selezionato quattro nuove serie di sticker da distribuire nel circuito Line. Il vincitore assoluto, Diego Paparelle, è sotto contratto e sta progettando un nuovo set pronto al lancio internazionale.

Line, colosso nipponico da 520 milioni di utenti registrati e 10 miliardi di messaggi al giorno, ha intuito da tempo il potenziale delle “faccine” che integrano – e, a volte, rimpiazzano in blocco – la comunicazione testuale sulla sua app di messaggi e chiamate gratuite. Tra le iniziative che hanno preceduto l'intesa con lo Ied c'è il Line Creators Market, un incubatore che permette agli utenti di tutto il mondo di caricare e vendere con una percentuale di circa il 50% gli sticker elaborati per Line. Da aprile ad oggi la piattaforma ha incassato la partecipazione di 270mila creatori e messo a disposizione 30mila nuovi set, per un giro d'affari da 24 milioni di euro e quasi 40milioni di adesivi digitali venduti. Una miniera per Line e i creativi che fermentano sul web: solo i 10 set di sticker più popolari viaggiano su un fatturato medio di 250mila euro, l'equivalente di quasi 37 milioni di yen. A riprova che le icone, oltre a cambiare il linguaggio, stanno generando business e nuove forme di occupazione nella comunicazione digitale. «Ogni giorno vengono distribuiti sui canali Line 1,8 miliardi di sticker. E proprio gli adesivi rappresentano il 20% del fatturato »spiega Federica Calcaterra, Head of Pr Europe di Line Plus Corporation.

Le caratteristiche degli sticker più venduti? Sulla carta è facile disegnarne uno, visto l'exploit di emoticon che rimbalzano da device a device. Nei fatti molto meno. I tempi di realizzazione sono rapidi, se si considera che una serie di 16 adesivi può essere realizzata in una settimana e commercializzata nel giro di altri sette giorni. È il concept che va studiato con cura, perché “ogni sticker è paese” e si fa leggere con gli occhi della sua clientela: un adesivo che spopola in Giappone può dire poco in Germania, un marchio che si riconosce in Italia rischia di non lasciare il segno già in Francia. Il risultato, secondo Calcaterra, è una sensibilità “glocal” che deve prestarsi sia al paese di origine sia al flusso internazionale di una piattaforma (Line) diffusa in più di 200 nazioni. L'intesa con lo Ied marcia in questa direzione: «È una comunicazione globale, ma al tempo stesso ci sono gestualità che sono fortemente legate a una certa zona. Quello che abbiamo voluto fare è una partnership con Ied perché Ied rappresenta la nostra fascia di utenti ed è comunque una garanzia di qualità». Una curiosità: in Italia, gli sticker di maggior successo sono quelli sentimentali. «La comunicazione diventa sempre più iconica, e ogni cultura sceglie i “suoi” marchi. In Italia notiamo una particolare popolarità di quelli d'amore e di coppia».

La “garanzia di qualità” richiesta da Line è la formazione dei designer, primi interlocutori allo Ied e nella progettazione dei nuovi set. Ma esiste un background più adatto di altri? Secondo Calcaterra, qualsiasi curriculum può arricchire il disegno. La condizione è “solo” la capacità di comprimere in un logo da pochi pixel un messaggio che sia chiaro a tutti: «Gli ambiti di formazione sono diversi: designer di prodotto, designer di interni, fumettisti... Bisogna sempre considerare che realizzare uno sticker non è banale come sembra – sottolinea Calcaterra – Prima di tutto, richiede una grandissima capacità di sintesi: l'immagine dev'essere poco dettagliata, deve essere “comprensibile” nella natura dell'utilizzo». Il secondo requisito è il più ostico: rendere universale il contenuto, con un significato che si svicoli da qualsiasi contesto e appaia netto fin dal prima visualizzazione. «Serve un lavoro di decontestualizzazione perché bisogna trasmettere tutto in maniera immediata. Insomma, una personalità molto forte».

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