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Questo articolo è stato pubblicato il 16 dicembre 2014 alle ore 07:35.
L'ultima modifica è del 16 dicembre 2014 alle ore 08:13.

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(Corbis)(Corbis)

Ci risiamo. Il nostro Paese si conferma tra i migliori “produttori” di cervelli in Europa, ma non il posto giusto per fare ricerca. Nell'ultimo bando Ue «starting grant» che ha messo in palio 485 milioni per premiare l'eccellenza della scienza europea i nostri ricercatori si sono piazzati al terzo posto con ben 28 progetti. Ma solo una decina di questi faranno ricerca nel nostro Paese, gli altri lo faranno all'estero portandosi dietro anche i finanziamenti, con Inghilterra e Germania tra le destinazioni preferite.

Fin qui nulla di strano perché la mobilità dei cervelli è fondamentale. Peccato però che quasi nessuno dall'estero scelga un laboratorio italiano per “spendere” i suoi fondi per fare ricerca: in questo ultimo bando 2014 solo un giovane ricercatore promettente ha scelto infatti l'Italia.

Italiani tra i migliori, Italia scelta da pochi
Con uno stanziamento complessivo di 485 milioni, 328 ricercatori europei potranno realizzare i loro progetti, ciascuno con un fondo fino a due milioni, tanto valgono questi starting grant destinati a giovani scienziati che abbiano alle spalle dai 2 ai 7 anni di esperienza dal conseguimento del proprio titolo di dottorato . I vincitori, selezionati fra 3.273 giovani ricercatori in gara, lavorano in 180 centri di ricerca di 38 Paesi. Inoltre il 40% dei ricercatori non è di origine europea: numerosi gli americani e gli asiatici, ma anche australiani, neozelandesi e russi. Con 28 premiati, gli italiani sono terzi fra i vincitori, dopo tedeschi (68) e francesi (36) . L'Italia però come Paese che “ospita” le ricerche in uno dei suoi laboratori scivola, con solo 11 progetti, al nono posto della classifica, dominata da Germania (70), Regno Unito (55) e Francia (43). E con la Spagna che quasi ci doppia ospitando 20 ricercatori nei suoi laboratori. Queste invece le mete degli 11 grant che faranno ricerca da noi: 3 progetti saranno svolti presso il Consiglio nazionale delle Ricerche, due al Politecnico di Torino, 2 all'università Federico II di Napoli e poi uno rispettivamente all'Istituto italiano di tecnologia, all' università di Trento, allo European University Institute e allo Humanitas Mirasole. Gli altri 17 italiani premiati effettueranno invece le loro ricerche in Gran Bretagna (7), Germania (3), Olanda (2), Francia (1) e Spagna (1). Tra questi c'è Emanuela Cristiani, laurea e dottorato di ricerca in Italia alla Sapienza di Roma, un periodo negli Stati Uniti, di nuovo in Europa grazie ad una borsa Marie Curie e poi l'università britannica di Cambridge. Cristiani aveva presentato il suo progetto in Italia due anni fa sulla “dieta” dei primi europei nel Paleolitico e nel Mesolitico ma, nonostante la buona valutazione riportata, tutto era rimasto sulla carta. Ora potrà realizzarlo in Gran Bretagna, grazie al finanziamento di un milione e mezzo assegnatogli dalla Ue.

I settori della ricerca
Dai computer indossabili ai robot che imparano a interagire fra loro nella società degli uomini, fino ai segreti della materia oscura che occupa il 25% dell'universo e alla verità sulla dieta degli antenati degli europei: sono solo alcuni dei temi proposti dai 328 giovani vincitori del finanziamento complessivo di 485 milioni. Tra i campi di ricerca premiati, fisica e ingegneria sono al primo posto con 143 progetti, seguite da scienze della vita (124) e scienze umane (61). Per l'Europa l'assegnazione di questi fondi per i giovani è un passo fondamentale: «Per favorire la crescita e l'innovazione del domani, è indispensabile puntare sulle ricerche più innovative», ha osservato il commissario Ue per la ricerca, Carlos Moedas. «Il Consiglio europeo della ricerca - ha aggiunto Moedas - promuove la prossima generazione di eccellenze, permettendo loro di seguire le loro curiosità scientifiche». «Per essere all'avanguardia - ha concluso - l'Europa ha bisogno di una mentalità coraggiosa e di investire nei giovani talenti». Soddisfatto anche il presidente del Consiglio europeo della Ricerca, Jean-Pierre Bourguignon: «Con due terzi del budget complessivo dell'Erc investito in giovani menti brillanti, diamo loro la possibilità di rafforzare le possibilità di carriera e la libertà di azione per realizzare le loro idee più creative».

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