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Questo articolo è stato pubblicato il 21 gennaio 2015 alle ore 20:43.
L'ultima modifica è del 22 gennaio 2015 alle ore 16:22.

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Tenuta come ultima chicca della conferenza dedicata a Windows 10, Microsoft ha presentato la tecnologia Windows Holographic e HoloLens, un visore per la realtà aumentata. Progettati da Alex Kipman, si tratta di occhiali che una volta indossati consentono di vedere oggetti digitali. L’effetto è quello degli ologrammi. HoloLens è in grado di riconoscere il movimento delle mani e la direzione dello sguardo per muovere nello spazio gli ologrammi. Integra sensori avanzati, lenti olografiche, CPU e GPU in grado di capire voci, gesti e movimenti. Il visore non richiede alcun tipo di connessione al PC o allo smartphone e funziona in modalità wireless. Nel corso della demo sono state presentate alcune potenziali applicazioni davvero impressionanti. L’effetto è quello di esperienze come IllumiRoom.

Più che realtà virtuale come quella offerta dai visori alla Oculus quella di Microsoft è una realtà aumentata alla Google Glass (che ne frattempo come progetto commerciale si sta dimostrando un flop). A differenza degli occhiali di Mountain View le HoloLens sembrano più strumenti per creare ologrammi (e quindi esperienze visive) e oggetti per la stampa in 3D. La sensazione è quella di voler puntare su ambiti di sviluppo più legati alle interfacce e alla produzione di contenuti.

Windows 10 in questo modo sarà pronto per sfruttare applicazioni nuove consentendo all’utente di poter interagire con ologrammi in un ambiente in 3D. Per stimolare i programmatori è stato presentato Holo Studio, il kit di sviluppo per creare nuove esperienze. Come ha affermato Kipman, gli ologrammi sono concepiti anche come strumenti di preview di oggetti dei maker. Interfacce, quindi, per visualizzare nello spazio creazioni con il Cad, per esempio, pronte per essere rese concrete attraverso una stampante in 3D. Apparentemente, sembra tutto molto interessante.

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