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Questo articolo è stato pubblicato il 09 marzo 2015 alle ore 17:13.

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È cominciata la grande corsa per rendere i servizi mobili adatti, davvero, alle esigenze delle aziende. Gareggianti: produttori di telefoni, operatori, sviluppatori, spesso e volentieri grazie a partnership, perché un nuovo paradigma ha bisogno di alleanze per svilupparsi.

Tra le notizie degli ultimi giorni: arrivano nuovi servizi dalle partnership tra Apple e Ibm e tra Samsung e BlackBerry; Samsung per altro ne sta siglando molte per potenziare la propria piattaforma Knox che crea, nei cellulari Galaxy, un’area di memoria protetta e separata, a disposizione delle aziende. Accordi con Microsoft hanno portato inoltre Office 365 sui Galaxy, come già sugli iPhone. Google invece ha lanciato Android for Work, programma che aiuta le imprese a rendere più sicura la piattaforma Android grazie a sistemi di crittografia, strumenti integrati per la produttività, e a un servizio (Google Play for Work) con cui le aziende possono assicurarsi che ogni app utilizzata sia approvata dal dipartimento It.

Vediamo due filoni in azione. Da una parte, la consumerizzazione che continua il percorso: vogliamo strumenti di lavoro che siano semplici e persino gradevoli da usare. Dall’altra, la sicurezza, finora il tallone d’Achille del mobile in azienda e soprattutto di Android. Sono due esigenze potenzialmente in contraddizione e di qui il bisogno di partnership per la quadratura del cerchio. La verità dei fatti appare chiara nelle parole pronunciate dal capo di Samsung John Chen, al Mobile World Congress di questa settimana: «Siamo un’azienda consumer che vuole entrare nel mondo delle grandi aziende. E le grandi aziende hanno bisogno di molte più cose di quante Knox ne abbia offerte finora». Knox risponde a quella doppia esigenza nel modo più semplice: separiamo i due mondi, business e consumer, all’interno dello stesso cellulare. I servizi SecuSuite e WorkLife di BlackBerry, ora entrati in Knox, consentono così di separare anche i costi di traffico per uso lavorativo e quelli per uso personale del cellulare. Samsung ha annunciato anche l’arrivo di soluzioni mobile device management di Airwatch e MobileIron in Knox. La partnership con UniKey permette invece di ospitare una chiave (o badge) virtuale, nel container sicuro Knox, per aprire porte e cancelli verificando la propria identità. «Un’azienda consumer che vuole sfondare nel business» potrebbe essere anche il motto di Apple. E precisamente significa sommare l’usabilità e la piacevolezza dell’esperienza iPhone/iPad con le esigenze di produttività e sicurezza tipiche del mondo aziendale. Di qui la partnership con Ibm, che è un marchio forte nel mercato business. Sono nate 13 applicazioni, finora, di cui tre nell’ultima settimana (rivolte a consulenti finanziari, agli agenti del servizio clienti nell’industria dei trasporti e al mercato della vendita al dettaglio).

Gli operatori telefonici si fanno interpreti di questa tendenza portandola nelle aziende, “chiavi in mano”. «Anche in Italia si sta diffondendo il concetto di smart working, che sta cambiando radicalmente il modo con cui le aziende interagiscono con i collaboratori, i clienti e i partner. Pertanto l’offerta per la mobile enterprise dovrà garantire sempre maggiore flessibilità e livelli crescenti di sicurezza e protezione dei dati», dice Enrico Trovati, responsabile Marketing business di Telecom Italia.

Concorda Quang Ngo Dinh, a capo del Business marketing di Vodafone Italia: «Gli strumenti devono essere semplici da utilizzare ma questo cambiamento deve avvenire senza mettere a rischio i dati aziendali, proprio per questo ci siamo posti l’obiettivo di supportare le aziende nella gestione del cambiamento grazie a soluzioni di device manager dedicate alla sicurezza dei dispositivi mobili e a soluzioni di firewall in cloud per la sicurezza e la protezione delle sedi aziendali».

«Sì, le soluzioni mobile per il business stanno migliorando, ma ancora lasciano a desiderare in molti aspetti», ribatte a Nòva24 Leif-Olof Wallin, analista di Gartner. «Restano limiti nella sicurezza dei sistemi operativi. Mancano le Api necessarie per sviluppare app con cui collegare alcuni processi di business alle piattaforme mobili. Ad esempio, quelli con cui i manager potrebbero validare decisioni quando sono in mobilità».

Siamo nelle prime fasi di un percorso tutt’altro che compiuto e le aziende ne devono tenere conto quando decidono di aprire alla mobilità il proprio business.

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