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Dossier Pensioni, alta tensione Salvini-Berlusconi

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Dossier | N. 177 articoliElezioni 2018-Ultime notizie, interviste e video

Pensioni, alta tensione Salvini-Berlusconi

Il corpo a corpo tra Silvio Berlusconi e Matteo Salvini si riaccende e ancora una volta al centro dello scontro ci sono le pensioni: «A Berlusconi dico “patti chiari, e amicizia lunga”. Via la legge Fornero. È il primo punto del programma del centro-destra che abbiamo firmato tutti». Così il leader della Lega replica al Cavaliere, che ieri sul Sole 24 Ore ha escluso la riduzione dell’età per accedere alla pensione, oggi fissata dalla legge Fornero a 67 anni, se non per «alcuni casi, individuati con equità e per un periodo di tempo limitato».

Salvini però non ci sta. «Con gli italiani ho preso un impegno prima personale e poi come partito. La Fornero va cancellata. È una legge ingiusta,sbagliata, che porta povertà e disperazione nelle famiglie», attacca il segretario della Lega.

In realtà la sintesi tra la posizione di Berlusconi e quella di Salvini è già contenuta nel programma sottoscritto dai leader del centrodestra. Il numero uno del Carroccio ha infatti ottenuto dagli alleati nero su bianco che fosse condivisa la scelta dell’«azzeramento» della Fornero. Ma in cambio ha dovuto accettare, come chiesto da Forza Italia, che qualunque intervento di riforma previdenziale sia «economicamente e socialmente sostenibile». Anche Giorgia Meloni però insiste: «Nel programma del centrodestra c’è scritto che si devono eliminare le storture della legge Fornero. La politica deve metterci la faccia». La posizione della leader di Fdi è critica verso Berlusconi ma non sovrapponibile a quella di Salvini. Meloni sottolinea infatti che deve essere adottato un sistema «che possa essere il più generoso possibile ma uguale per tutte le generazioni», lasciando intendere che non è pensabile andare incontro ai desideri dei più anziani lasciando ai giovani l’onere di pagarne il prezzo. Un modo per smarcarsi tanto dalla posizione prudente dell’ex premier che da quella trachant del leader leghista.

Con questa legge elettorale del resto è inevitabile che la competizione, anche tra alleati, sia sempre più feroce. Anzi, il pericolo maggiore arriva proprio dai “partiti fratelli”. Lo confermano gli ultimi sondaggi. Complessivamente la coalizione (compresa la quarta gamba di Noi con l’Italia-Udc) resta ferma attorno al 35-37% mentre movimenti si registrano al suo interno con Fi che si confermerebbe il primo partito.

Ed è proprio su questo che conta Berlusconi quando rilancia la candidatura di Antonio Tajani per la premiership e parla di una condotta di governo nel rispetto dei «valori del Ppe».

Anche Salvini è convinto di poterla spuntare. La spartizione dei collegi uninominali all’interno della coalizione - quelli dove si vince grazie a un solo voto in più - è avvenuta sulla base dei sondaggi ma anche della ripartizione territoriale. Inevitabile dunque il predominio leghista al Nord, dove Salvini punta al cappotto (o quasi) contro Pd e M5s. Molto più complicata la partita di Fi che al Sud dovrà vedersela con i pentastellati. Anche per questo Berlusconi alla fine ha deciso di sottoscrivere l’accordo con Fitto e Cesa (la quarta gamba del centrodestra di Noi con l’Italia-Udc) che al Sud potrebbe rivelarsi decisiva per vincere nei collegi ma che crea anche non pochi mal di pancia tra gli azzurri preoccupati di dover lasciare il posto agli alleati.

Le caselle da riempire sono ancora tante. E tra i partiti della coalizione ma soprattutto al loro interno la tensione è fortissima. Tra chi è ancora a rischio c’è anche Umberto Bossi. «A differenza di Renzi, io non dico “stai sereno” e poi accoltello alle spalle...», dice Salvini a proposito della candidatura del fondatore della Lega che alla fine dovrebbe però spuntarla. Fuori invece Gianluca Pini da tempo in rotta con Salvini. Giorgia Meloni ha già annunciato che a sfidare Renzi a Firenze sarà Letizia Giorgianni, leader dei risparmiatori truffati di Banca Etruria. Tra le new entry di Fi c’è anche l’ex ad di Fininvest Pasquale Cannatelli, che correrà per il Senato in Lombardia. Durissima la battaglia nel Lazio. Al momento sembra tagliato fuori Andrea Augello, protagonista nella Commissione d’inchiesta sulle banche sulle responsabilità di Bankitalia, Consob e della sottosegretaria maria Elena Boschi.