UNA PASSIONE ITALIANA LUNGA 50 ANNI: PIRELLI E LAMBORGHINI
La partnership tra due dei simboli della storia dei motori compie mezzo secolo di storia. La ripercorriamo attraverso date, eventi, nomi e modelli che hanno scritto pagine indelebili per la storia dei motori
Una storia che comincia più di 50 anni fa. Era il 1963 e Ferruccio Lamborghini chiedeva a Pirelli di gommare la prima vettura della sua neonata azienda automobilistica. Un prototipo presentato al Salone di Torino di quell’anno: la 350 GTV, un unico esemplare dal valore di 5 milioni e 800 mila lire. Questo è solo il primo passo di una delle partnership più proficue del mondo dell’automobilismo, che negli anni a seguire segnò alcune delle tappe più importanti della tecnologia e del costume della storia automobilistica italiana e mondiale.
Una collaborazione nata in un’epoca pioneristica e stipulata da uomini come Ferruccio Lamborghini e Leopoldo Pirelli, che si è mantenuta inalterata fino ad oggi. Due protagonisti della storia dei motori accomunati dalla passione per le sfide, entrambi in grado di immaginare e poi di costruire il futuro e di farlo viaggiare ad alta velocità.
1966, altra tappa fondamentale di questa storia: l’anno della presentazione di una delle icone più rappresentative del marchio Lamborghini: nasce la Miura, un’auto leggendaria, entrata nel listino Pirelli nel 1967 assieme alle Lamborghini 350 GT e 400 GT. Il Cinturato HS CN72 nella misura 205 VR 15 è stata la gomma scelta in primo equipaggiamento per la Miura, con un disegno del battistrada più silenzioso e confortevole rispetto al tradizionale CA67. È poi il turno del Cinturato CN73 in misura 225/70 VR15, una copertura dal fianco molto più basso rispetto alla larghezza del battistrada, così da aumentare notevolmente la tenuta in curva. Questo pneumatico viene creato nel 1970 e apre la strada al “ribassato” che porterà poi alla nascita del Pirelli P7, che farà da primo equipaggiamento per la Countach nel 1971.
I nuovi pneumatici P Zero fanno la loro comparsa nella seconda metà degli anni ’80, e chi poteva portarli a battesimo se non una Lamborghini? Viene infatti scelta nel 1988 la versione “anniversary” della Countach come rappresentante delle supercar equipaggiate con i nuovi pneumatici Pirelli P Zero.
Il legame tra Pirelli e Lamborghini non si ferma al contesto tecnologico, ma valica anche i confini delle operazioni commerciali. In diversi spot prodotti da Pirelli, sono infatti le supercar della Casa del Toro ad avere uno spazio in primo piano: la Lamborghini Countach Anniversary compare in una serie di campagne pubblicitarie destinate al mercato americano e del sud-est asiatico.
Lo Scorpion Pirelli viene scelto come primo equipaggiamento per l’auto-antenato agli odierni SUV: tra il 1986 e il 1988 nasce la Lamborghini LM002, il super fuoristrada. Le coperture realizzate da Pirelli presentano alcune caratteristiche innovative, come l’utilizzo del kevlar nella struttura della carcassa e la costruzione del run-flat. Un’auto che nel 1988 parteciperà alla Parigi-Dakar, la prima competizione a vedere la coppia Pirelli/Lamborghini in gara. Questa la prima di una lunga serie di competizioni affrontate a braccetto: Pirelli è infatti fornitore unico di una delle competizioni più rinomate del mondo Gran Turismo: il Super Trofeo Lamborghini Blancpain.
P Zero è la copertura scelta anche per la Lamborghini Diablo, prodotta nel 1990 in 3000 esemplari. Nel nuovo millennio, fanno la loro comparsa la Murciélago e la Gallardo, vestite dei Pirelli Pzero Rosso. La Lamborghini Gallardo nel 2007 sarà anche protagonista del Pirellifilm “Mission Zero” con protagonista l’attrice Uma Thurman, mentre nel 2008 sulle nevi di Zermatt sempre la Gallardo terrà a battesimo il pneumatico invernale Winter Sottozero II.
Una storia che prosegue da mezzo secolo, fino ad arrivare ai giorni nostri. È di fine 2014 la presentazione della Lamborghini Aventador LP 700-4 Pirelli Edition: una serie speciale che vuole celebrare la lunga partnership tra la Casa del Toro e Pirelli. Chissà se nel ’63 l’immaginazione di Ferruccio e Leopoldo sarebbe arrivata fino a qui.