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UNA MUSA TRA LE RUOTE: COME NASCE LO STILE PIRELLI

Cento anni di comunicazione visiva in un volume che ripercorre la storia degli artisti che hanno reso inconfondibile lo stile della P lunga
Dallo Stadio Meazza fino a via Manzoni a Milano, passando per i grattacieli di New York e la chiesa di San Basilio di Mosca. Sulle strade si affacciano le pubblicità di Armando Testa, Bruno Munari, Bob Noorda, Lora Lamm. In viaggio con uno pneumatico, un oggetto tondo e nero, che i grandi artisti della grafica, della pittura e del design hanno contribuito a rendere unico e inconfondibile con la creazione di un vero e proprio stile Pirelli.
“Una musa tra le ruote. Pirelli: un secolo di arte al servizio del prodotto”, a cura di Giovanna Ginex ed edito da Corraini, è il volume che ripercorre cento anni di comunicaizone Pirelli.
Il libro racconta il dialogo intenso e fertile avviato da Pirelli con gli artisti all’indomani della sua fondazione, quando l’azienda, nel 1872, diede incarico a pittori e disegnatori dell’epoca di interpretare i propri spazi industriali. Nell’arco di poco tempo, le capacità illustrative si legano alle innovative campagne per i prodotti dell’azienda della P lunga, tratto distintivo e inconfondibile della pubblicità Pirelli già a partire dal 1907; forse originata dalla firma del fondatore Giovanni Battista Pirelli, certamente adatta a suggerire la caratteristica elasticità della gomma.
La pubblicazione, frutto di un progetto di Fondazione Pirelli, svela come l’azienda, nel corso di un secolo abbia raccontato i prodotti in modo non convenzionale attraverso valori, immagini e storie, così da evocare mondi e aspirazioni e dare “un’anima di gomma” a impermeabili, tacchi, suole, spugne e - soprattutto - pneumatici. 

Tra il 1948 e il 1972 artisti del calibro di Renato Guttuso, Alessandro Mendini e Pino Tovaglia vengono chiamati anche a illustrare le copertine e gli articoli della rivista “Pirelli,”che si ispirava ai moderni rotocalchi ed era rivolta al grande pubblico. “Pirelli. Rivista di informazione e di tecnica”, attira l’attenzione delle maggiori personalità letterarie dell’epoca: tra le sue pagine si trovano articoli relativi alla produzione, alla scienza, alla tecnologia erano trattati con un linguaggio semplice e divulgativo, insieme a interventi che spaziavano dall’arte all’architettura, dalla sociologia all’economia, dall’urbanistica alla letteratura, dal cinema alla società dei consumi. 
Per oltre due decenni la rivista ospita uno dei più avanzati dibattiti culturali del paese, condotto dalle grandi firme di Dino Buzzati, Italo Calvino, Umberto Eco, Giulio Carlo Argan, Arrigo Levi, Gillo Dorfles, Eugenio Montale, Enzo Biagi, Salvatore Quasimodo, Elio Vittorini, Fernanda Pivano e decine di altri. 

Le scelte stilistiche innovative delle campagne pubblicitarie e il dibattito culturale  della rivista “Pirelli” rendono l’azienda protagonista della cultura d’impresa e interprete della continua evoluzione dei linguaggi dell’arte, della comunicazione e del design “al servizio del prodotto”.
“Le idee che aprono una strada, lasciano le proprie impronte per sempre...” ed è per questo che lo stile Pirelli con il suo linguaggio innovativo “contamina” ancora oggi tutte le città del mondo.

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