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Questo articolo è stato pubblicato il 19 febbraio 2014 alle ore 06:55.
L'ultima modifica è del 19 giugno 2014 alle ore 12:09.
Il «totoministri» è un genere letterario che appassiona da sempre l'informazione italiana. Oggettivamente minore, ma con un suo piccolo pubblico di estimatori, che poi sono in gran parte i diretti interessati. E tuttavia il turbinoso alternarsi di nomi improbabili, che in questi giorni vengono associati alla guida del ministero dell'Economia, testimonia qualcosa di diverso. E di più grave.
È la cartina di tornasole di una classe dirigente politica, e non solo, talmente impoverita da non riuscire più a esprimere personalità in grado di ricoprire ruoli così delicati. Alla guida del Mef servono competenze indiscutibili, autorevolezza, prestigio internazionale. Ma chi è oggi in Italia che risponde a questo ritratto? Ti guardi in giro, ti consulti, ma un nome davvero credibile non vien fuori. E non per veti o interessi di parte. Ma proprio perché non sembra più esistere in natura. In Italia, oggi. E questo è il dato più preoccupante.
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