Dai satelliti "spazzini" ai biopesticidi, le start-up che ce l'hanno fatta
Alle borse di studio del Best Program hanno partecipato finora circa 60 giovani ricercatori, che ad oggi hanno dato vita a 26 start-up. Ecco una selezione delle idee imprenditoriali di maggior successo
di Barbara Bisazza
1. Le start up che ce l'hanno fatta/D-Orbit

I rifiuti spaziali sono una grave minaccia per le attività spaziali e per la sicurezza dell'uomo: nei prossimi anni, la probabilità di guasto dei satelliti a causa della collisione con piccoli frammenti aumenterà di quasi tre ordini di grandezza. Ma come rimuovere i satelliti artificiali quando hanno esaurito la propria attività, garantendo principi di sostenibilità e offrendo un accesso pulito e sicuro allo spazio? Ci hanno pensato due ex studenti del Best program, Luca Rossettini e Renato Panesi, che nel 2011 hanno fondato D-Orbit. L'azienda sviluppa dispositivi in grado di rimuovere satelliti artificiali dalla propria orbita al termine della loro vita. Il dispositivo, che deve essere installato sul satellite prima del lancio, fornisce un accesso sostenibile allo spazio, estende la vita del satellite e aumenta i ricavi dell'utente finale. Il 21 novembre 2013 D-Orbit ha inviato nello spazio, tramite il vettore ucraino Dnepr, iALICE-2, il cervello del dispositivo "spazzino" per la rimozione di satelliti in disuso.
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