Come farsi comprare da un colosso. E vivere felici
In Silicon Valley la chiamano "exit", uscita: è quel fenomeno in cui i colossi hi-tech, come Google, Twitter e Facebook, comprano piccole e grandi startup innovative a cifre con molti zeri. Per molti imprenditori delle nuove tecnologie farsi comprare è un punto di arrivo. E spesso di ripartenza. Vediamo alcune storie di italiani di successo che i colossi Usa si sono contesi
di Eleonora Chioda
2. Farsi comprare e vivere felici / 2. Il genio dei due mondi: «Ho chiuso un accordo con Amazon, ora torno a casa»
Vincenzo Di Nicola
«Non ho creato una startup in Silicon Valley per venderla. Volevo fare qualcosa di mio, che mi piacesse. E mi sono impegnato immensamente per farcela. Il mese scorso abbiamo chiuso un accordo con Amazon. La mia tecnologia per i pagamenti mobili e i miei dipendenti sono passati nelle mani di Jeff Bezos. E io torno a casa. Per ricominciare daccapo. Ho paura ma voglio provarci. Lo devo all'Italia, il mio Paese». Vincenzo Di Nicola, ingegnere, 34 anni, partito da Teramo per studiare a San Francisco, con la sua GoPago ha sedotto il fondatore del gigante del commercio online. Ma come ce l'ha fatta? «Sono andate bene tre cose: il mio era un sistema usato nei campus di grandi aziende, aveva una tecnologia che funzionava e un team forte. Mi piace pensare che ho assunto persone più brave di me». Sono stati 10 anni fantastici quelli che Vincenzo ha trascorso negli Usa. Il suo American dream aveva tre facce («volevo diventare professore, lavorare in una grande azienda, creare la mia startup»).
Flashback. Di Nicola è arrivato negli Stati Uniti a 23 anni, nel 2003. Partito, per quello che doveva essere uno scambio di pochi mesi tra l'Università di Bologna e quella di San Diego, non è più tornato. Merito dell'America e del suo pragmatismo: «In Italia mi davano libri dove studiare sistemi operativi a memoria, qui mi offrivano indicazioni pratiche su come creare nuovi software». Decide di restare e fa domanda per entrare alla Stanford University. E' uno studente in gamba, vince premi su premi, ce la fa. «Stanford è il posto migliore al mondo per studiare o fare un dottorato». Diventa assistente di un professore, realizza il suo primo american dream ma presto capisce che la ricerca non fa per lui.
Esce da Stanford, entra in Yahoo. Stage di 3 mesi (e in queste compagnie i tirocini possono essere pagati anche 8mila dollari al mese), riesce a migliorare l'infrastruttura dati della compagnia. Diventa un mito. Viene chiamato da Microsoft a Seattle. Ci rimane due anni, compresi sei mesi a Pechino. «Lavorare per l'azienda di Bill Gates era il mio vero sogno americano. A 15 anni, il primo grande amore della mia vita, si chiamava Windows 95». Poi è pronto per rischiare in proprio. E' il 2009, torna a San Francisco, dove vive la gente capace di cambiare il mondo, e intuisce che la prossima rivoluzione riguarderà il mobile. Crea un'app. Si chiama Gopago, è un applicazione che permette di ordinare in un bar cibo e bevande, pagare direttamente con il telefono, ritirare e saltare la fila.
Il grande salto avviene nel 2011 quando Vincenzo e il suo socio Leo Rocco («un mago delle vendite») vanno a Las Vegas a lanciare il prodotto. «Qui ci sono casinò, grandi hotel e pool party. Per ordinare una birra passavano anche 30 minuti. Con la nostra App, la gente ordinava, pagava e beveva in 7 minuti». Proprio a Las Vegas i due, che lavoravano a un ritmo di 100 ore a settimana, conoscono gli investitori della Jp Morgan e ottengono un finanziamento. «Da quel momento potevamo darci uno stipendio, mangiare più sano, assumere e ampliare la gamma dei nostri prodotti. Da due siamo arrivati a 70 dipendenti». Il resto è storia recente. Nell'agosto del 2013 inizia la trattativa con Amazon, l'accordo è impegnativo, si chiude a dicembre 2013 (la cifra è ancora top secret). Vincenzo si è preso un mese di riposo, in tasca ha già un biglietto di ritorno e agli ingegneri italiani dice: «Datevi da fare. E' il vostro momento. Fate scambi con le università americane o del Nord Europa. Siate perseveranti. Non perdete troppo tempo per perfezionare l'idea: lanciatela subito per vedere la reazione del mercato. Fare una startup è la cosa più esaltante che vi può capitare nella vita, ma farcela è davvero dura». E su Facebook scrive: «Arrivederci GoPago. E' stata una grande avventura. Amazon, prenditi cura di lei».
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