Da Barcellona a Torino, le città europee dove gli "scambi" di cittadini sono una risorsa
Nei giorni in cui la Svizzera chiude le frontiere, uno studio sulla libera circolazione rivela che i cittadini Ue che si trasferiscono in altri Paesi dell'Unione sono una grande risorsa per colmare le lacune del mercato del lavoro, far crescere nuovi settori e controbilanciare l'invecchiamento demografico
di Irene Giuntella
2. Libera circolazione nell'Ue / Dublino
Corbis
A Dublino l'immigrazione europea ha risposto alla forte domanda di manodopera. I lavoratori provenienti da altri Paesi da una parte hanno contribuito alla crescita di alcuni importanti settori, dall'altra hanno ricoperto lavori sotto qualificati che la popolazione dublinese non avrebbe accettato di svolgere. A partire dall'allargamento dell'Unione del 2004, la capitale irlandese ha attirato un numero considerevole di cittadini polacchi , lituani e lettoni.
Momentaneamente i cittadini mobili dell'Ue sono 118.707, secondo dati del 2011, rappresentano il 9,9% della popolazione di Dublino e il 60,7% del numero totale di cittadini stranieri. Spesso si tratta di persone altamente qualificate o comunque con un buon livello di istruzione. I cittadini Ue incontrano però ancora difficoltà legate alla ricerca della casa, all'integrazione scolastica, alla conoscenza delle lingue e (in parte) a problemi quotidiani di discriminazione. Enti governativi specifici sono stati creati, sia a livello nazionale e locale per affrontare l'inclusione degli stranieri.
Numerose le iniziative politiche indirizzate ai cittadini stranieri. Le carenze linguistiche vengono affrontate con i corsi di lingua "Tell me more", la creazione di un ambiente multiculturale e aperto nelle scuole e nelle biblioteche come per la campagna "One City, One People" e l'ascolto delle esigenze dei cittadini con l'iniziativa "Your Dublin, Your Voice".
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