Un riconoscimenento conferitogli per la sensibilità mostrata nella sua lunga carriera imprenditoriale verso i temi della funzionalità degli spazi e dell'eleganza delle forme architettoniche (un centinaio di punti vendita Esselunga, su 140 totali, sono stati progettati da grandi nomi dell'architettura, da Ignazio Cardella a Mario Botta). Visibilmente emozionato per la laurea, Caprotti accenna anche ai piani di investimenti del gruppo, confermando l'intenzione di espandersi a sud della Toscana e di aprire nella capitale.
«Si tratta di una città monumentale, nella quale basta iniziare uno scavo per trovare una villa storica – dice - ma tra un anno dovremmo aprire i cantieri, con l'obiettivo di 2 o 3 supersore a Roma e dintorni». Nessun altro dettaglio. Solo un riferimento ai problemi che incontra tuttora la grande distribuzione. «L'Italia è un Paese in cui non si può muovere niente – attacca -. In dieci anni, a livello di liberalizzazione, si è fatta solo quella del pane, realizzata dal ministro Bersani, che non è riuscito a spingersi oltre. E la burocrazia è asfissiante. Per aprire un punto vendita a Legnano ci sono voluti 21 anni». Per finire, un giudizio sul governo Berlusconi. «Certe cose le ha fatte molto bene. Non è facile fare investimenti in momenti di crisi».
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