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Questo articolo è stato pubblicato il 17 gennaio 2013 alle ore 06:53.

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Arrivano dal ministero della Giustizia le nuove piante organiche dei tribunali. Un intervento dovuto, alla luce della nuova geografia giudiziaria che impone di ridisegnare il numero di giudici e pubblici ministeri in servizio negli uffici. Ma il ministero ha sfruttato l'occasione per procedere anche a eliminare alcune delle più evidenti incogruenze rilevate nel corso del lavoro di preparazione di tutta la riforma.

Si è così provveduto a rendere più omogenei i carichi di lavoro e adeguata la dotazione di toghe rispetto al territorio da servire. Naturalmente alcuni casi colpiscono, come la diminuzione dei pubblici ministeri in carico alla Procura di Palermo (anche se il ministero sottolinea la sproporzione dei Pm rispetto ai giudici nella città siciliana). Nel complesso però l'operazione ha un merito assoluto, quello di non lasciare nell'empireo dei principi la più rilevante riforma della giustizia del Governo Monti, facendosi carico (per una volta) dei nodi applicativi e resistendo alla pressioni di chi già vorrebbe cambiarla.

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