La sperimentazione degli scanner anti-terrorismo negli aeroporti è imminente. A far da apripista gli scali di Venezia-Marco Polo, Roma-Fiumicino e Milano-Malpensa: lo ha dichiarato il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, al termine della riunione del comitato interministeriale per la sicurezza del trasporto aereo e degli aeroporti dell'Enac, convocato dal presidente Vito Riggio. Una proposta concreta è attesa il 21 gennaio prossimo.
Intanto i potenziali fornitori concorrenti, General electrics e L3 Communication, si rallegrano, la quotazione degli scanner prodotti, anche in seguito al fallito attentato di Umar Farouk Abdulmutallab sul volo Amsterdam-Detroit, è schizzata a 200mila euro l'uno.
L'Enac incassa un primo commento positivo di Enrico Marchi, presidente di Save, la società di gestione del Marco Polo di Venezia, e annuncia di poter contare su risorse pari a due milioni di euro. Quindi, valutando un costo di 150mila euro a scanner, l'Italia potrebbe aggiudicarsene almeno una decina, di cui otto da dividere equamente tra Fiumicino e Malpensa, scali con più collegamenti con gli Stati Uniti, considerati oggi i voli più a rischio. Gli altri due potrebbero finire a Venezia, mentre Fiumicino potrebbe aggiudicarsene di più nel caso in cui gli scanner entrassero in funzione per altri collegamenti aerei, cosiddetti sensibili, come Israele e Londra.
L'Europa è in allerta, ma sull'installazione degli scanner, in attesa di raggiungere un posizione comune, ha fatto registrare una molteplicità di pareri. L'Olanda è stata la prima a muoversi: all'aeroporto di Amsterdam Schiphol sono arrivati quindici body scanner, altri sessanta sono in arrivo. Il primo ministro britannico Gordon Brown ha fatto sapere di averne già ordinati per gli aeroporti britannici e fra tre settimane i primi faranno la loro comparsa a Heathrow. In Germania il ministro della Giustizia, Sabine Leutheusser-Schnarrenberger (Cdu), si è dichiarata contraria, ma la collega dell'istruzione e della ricerca, Annette Schavan (Cdu), prevede che la Germania non dovrà aspettare a lungo per introdurre i nuovi body scanner.
In Francia, invece, sarà un gruppo di lavoro a esprimersi sugli scanner negli aeroporti. Contrario il Belgio che, per il momento, non li installerà. Scettici anche gli spagnoli: il ministro dei trasporti Josè Blanco aveva detto di non voler proporre misure di sicurezza addizionali poi, a nome della presidenza Ue, ha difeso un approccio comune.

 

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