Una famiglia su 3 non arriva a fine mese. Anche se in diminuzione rispetto allo scorso anno, sono, ancora, tanti gli italiani in difficoltà a causa della crisi: il 42,9% raschia il barile dei risparmi familiari, il 23,3%, non ce la fa a rispettare le scadenze della rata di mutuo, il 18,1%, il canone d'affitto. Continuano a ridursi le spese per tempo libero, vacanze, pasti fuori casa e non stupisce se, oggi, il 47,1% di famiglie veda peggiorata la propria situazione economica (2 anni fa erano il 37,6 per cento).

Dito puntato contro le banche: nonostante, denuncia l'annuale rapporto Italia, presentato, a Roma, dall'Eurispes, abbiamo ricevuto aiuti pubblici per circa 3mila miliardi di euro (più o meno il doppio del Pil italiano), di cui 1.264 miliardi solo in Europa (49 istituti destinatari), i prestiti destinati a risollevare il settore privato, famiglie e imprese, sono in costante calo: nell'area euro, a ottobre scorso, segnavano una diminuzione dello 0,8% su base annua e dello 0,3% su base mensile. Ma, è, soprattutto, la politica, che deve fare di più, sottolinea il presidente dell'Eurispes, Gian Maria Fara, «quello che manca - spiega - è un progetto di ampio respiro, a medio-lungo termine, che aiuti il Paese a uscire fuori dal guado». Per Fara, l'Italia non è esplosa, anche, grazie al "sommerso", che l'Eurispes valuta in circa il 35% del Pil ufficiale, che ha svolto «la funzione di ammortizzatore sociale della crisi». C'è, poi, tanta ricchezza inutilizzata. Il ministero per i Beni culturali, rivela il presidente Fara, non spende circa la metà della propria dotazione: «se, per esempio - evidenzia - destinasse, rimodulando la spesa, una percentuale tra il 5%-10% di quelle risorse, si potrebbe ricostruire l'intero centro storico dell'Aquila, rendendo disponibili, in 3 anni, tra i 70 e i 150 milioni di euro».

Dalla serie di interviste, realizzate tra dicembre e gennaio su circa 1.200 famiglie, emerge, anche, come la tornata di privatizzazioni di alcuni servizi pubblici, abbia prodotto risultati abbastanza modesti sul fronte del miglioramento delle prestazioni a favore dei cittadini: il 61,9% degli italiani giudica alquanto deludente la qualità dei servizi resi dalle nuove Spa. Sulla graticola, soprattutto, Telecom (48,7%), Alitalia (44,2%), Ferrovie dello Stato (41,7%), Autostrade (39,2 per cento). Buono, invece, il giudizio su Enel (47%), Italgas (42,8%), Poste (41,1 per cento).

Le "altre economie", ecosostenibile, etica, solidale, valgono circa 810 miliardi nel mondo, 122, in Europa, 10, in Italia. C'è, invece, ancora, molto da fare sui temi legati alla sicurezza sul lavoro e per strada. Nel 2008, ci ricorda lo studio, gli infortuni sul posto di lavoro sono stati 874.940 (37 per ogni mille occupati), con un costo economico stimato di oltre 43,8 miliardi, pari al 2,79% del Pil italiano dello stesso anno. Una riduzione di questa piaga, sottolinea l'Eurispes, genererebbe un risparmio compreso tra i 438 milioni (riduzione dell'1%), e i 4,4 miliardi (riduzione del 10 per cento). Sulle strade, invece, sempre nel 2008, si sono registrati ben 218.963 incidenti (+0,04% rispetto al 2007), anche se è in calo il numero di vittime (4.731, -7,8% rispetto al 2007), con un costo, complessivo, comunque, ragguardevole: 28,8 miliardi. Anche qui, secondo l'Eurispes, mettendo in sicurezza la rete stradale, si potrebbero ottenere importanti risparmi, stimati tra i 288 milioni (riducendo dl'incidentalità dell'1%) e i 2,8 miliardi (riducendola del 10 per cento).

Interessante, anche, il nuovo indice che misura la "penetrazione mafiosa" nei 4 territori a prevalente presenza criminale, Campania, Calabria, Sicilia, Puglia, elaborato prendendo in considerazione la valutazione quantitativa dei reati commessi e assimilabili alle associazioni mafiose. Maglia nera alla provincia di Napoli, con un punteggio pari a 65,4. A seguire Catania (54,2 punti), Caserta e Brindisi (51), Reggio Calabria (50,5).

 

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