Cresce, a doppia cifra, l'occupazione nel settore ambientale. Dal 1993 al 2008, infatti, il numero di occupati nel "green job" è aumento di ben il 41%, passando da 263.900, a 372.100, unità. E in più di 7 casi su 10 (73,5%, per l'esattezza), il contratto è, pure, a tempo indeterminato. A rilevare il buono stato di salute delle professioni ecologiche, è un'indagine Isfol che evidenzia, anche, come i nuovi "professionisti dell'ambiente" siano sempre più spesso in gonnella (25,5%) e con il "colletto bianco": nel 2008, rappresentavano il 63% degli occupati del settore. «Con questi numeri - spiegano dall'Isfol - la green economy si candida seriamente a essere la nuova frontiera della crescita economica del XXI secolo». Bisognerà, però, continuare a lavorare per rispettare gli obiettivi del Pacchetto clima-energia, che, come si sa, fissa il triplice obiettivo (20,20,20) di riduzione delle emissioni di Co2 attraverso le rinnovabili, di crescita dell'efficienza energetica e di risparmio dei consumi.

I positivi risvolti occupazionali del settore "verde", hanno modificato, anche, in aumento, l'offerta formativa. A oggi, vengono realizzati, in media, circa 2mila corsi, da più di 500 enti pubblici e privati, che vedono impegnati tra le 50 e le 55mila persone. Anche le specializzazioni in materie legate all'ambiente, come, per esempio, specifici master, aiutano a trovare facilmente lavoro e sono, quindi, in costante crescita. Ad appena un anno dalla fine delle lezioni, l'80,6% dei frequentati ha già un impiego. E il boom di corsi attivati è impressionante: da 60 master attivi nell'anno accademico 1999-2000 si è passati ai circa 300 nell'anno accademico 2007-2008, con una tendenza per il 2008-2009 che va nella direzione di un ulteriore incremento. Sono gli atenei i maggiori soggetti promotori di master di I e II livello, che hanno raggiunto, nel 2007-2008, rispettivamente, il 42,2% e il 40 per cento. Sotto questo aspetto, sottolinea l'Isfol, sarebbe auspicabile un maggior raccordo con il territorio, in modo tale che questo importante segmento formativo relativo all'ambiente possa «giocare un ruolo anticipatore dei futuri fabbisogni professionali e formativi, che possono emergere in ambiti locali, proponendo figure innovative che rispondano in modo rapido ai nuovi mercati verdi in espansione».

 

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