Si potrebbe osservare che se il rischio sta nell'ammontare del debito in valore assoluto, allora ci si dovrebbe preoccupare, anche e di più, degli Stati Uniti: perché a un passivo destinato a viaggiare parallelo a quello italiano in termini relativi, associano un deficit più che doppio, senza contare la voragine dei debiti nelle istituzioni pubbliche e nelle famiglie. La nostra fortuna è che, pur nel rigore dei suoi studi teorici, Mundell non ha azzeccato una previsione su valute ed economia negli ultimi 10 anni. Per lui l'euro era caro a 1,07 e «ridicolo» a 1,24. Per lui, sulla soglia del 2000, non c'era alcuna bolla Internet e, a fine 2007, il «peggio della crisi era ormai alle spalle». E il credit crunch, gli chiesero? «Non vedo rischi all'orizzonte», fu la risposta. (W.R.)
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