Due esempi, tra i tanti, di collaborazioni fra imprese, fra piccole e medie imprese, per recuperare efficienza organizzativa e reagire così alla crisi. Una "strategia della rete" in cui ottimizzare i costi, ridurre le diseconomie, condividere informazioni. Di qui Rete imprese, attraverso cui Confindustria si propone di cogliere le opportunità offerte dal contratto di rete, che stimola l'integrazione e supera i limiti geografici tra aziende.
«È un altro modo di innovare», spiega Giancarlo Losma, presidente di Ucimu-Sistemi per produrre, a Bari per il Salone biennale del settore che si chiuderà domenica alla Fiera del Levante. «È innovazione anche la rete di imprese per abbassare i costi, raggiungere traguardi più ambiziosi e ottenere vantaggi strategici ottimizzando i costi di acquisto e quelli di ricerca e sviluppo, oltre che ottenendo rapporti diversi con le banche per finanziamenti nazionali e internazionali a condizioni più vantaggiose». La scommessa sui nuovi mercati, soprattutto su quelli in cui la ripresa è già iniziata, come Cina, India e Sud America, è legata a «idee chiare sugli investimenti assolutamente necessari per essere competitivi». E tra le idee chiare vi è anche l'integrazione. Vista dalla Puglia, dalla Regione che ha fatto da battistrada con una legge regionale sui distretti produttivi imitata un po' dovunque, l'aggregazione è una scelta praticata da tempo. Anzi. «La rete è l'evoluzione ulteriore dei distretti», spiega Michele Vinci, che guida la Masmec, azienda barese di automotive che fa parte, con altre dieci tra imprese e università, del distretto pugliese della meccatronica. «Abbiamo davanti un periodo complesso e con la rete possiamo resistere e ripartire agganciando la ripresa». Sui progetti di integrazione tra imprese Confindustria è impegnata con forza. «Mettersi insieme – ha detto Emma Marcegaglia, presidente di Confindustria, – è fondamentale per fare ricerca, innovazione, attivare gruppi di acquisto e cercare nuovi canali di sbocco».
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