Parlando a margine della Bimu Sud, la rassegna barese dei robot, il presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, ha commentato la situazione congiunturale osservando che «c'è qualche miglioramento negli ultimi dati, ma siamo ancora nell'ambito di una congiuntura molto complessa. Serve grande attenzione perché la crisi non è finita».
Proseguendo nella sua analisi, la leader degli imprenditori ha previsto: «I prossimi mesi saranno ancora complessi. I piccoli miglioramenti che si vedranno saranno comunque lenti e difficili». Secondo Marcegaglia, «l'impatto sulle persone c'è: siamo a un tasso di disoccupazione superiore all'8,5 per cento. Nei prossimi mesi dovremo gestire alcune situazioni complesse di ristrutturazione. L'importante è farlo insieme, con governo, istituzioni, sindacati e Confindustria, evitando di mantenere in piedi stabilimenti che non hanno ragione di essere, ma salvando assolutamente i posti di lavoro e cercando di ricollocare le persone che rischiano di perdere l'impiego».
Infine, l'euro un po' più debole può aiutare l'export. L'apprezzamento del dollaro sulla nostra valuta, seguito anche alla decisione della Fed di rialzare i tassi di interesse, può dare una boccata di ossigeno alle imprese italiane perché «veniamo da mesi in cui la forza dell'euro aveva penalizzato l'export e la nostra capacità di stare sui mercati internazionali. Un euro più basso può certamente aiutare le nostre esportazioni», ha concluso il presidente di Confindustria, spiegando che «la domanda globale nel 2010 un po' si riprenderà. Il cambio, insieme anche alla maggiore competitività del nostro sistema, può aiutare a vendere di più all'estero. È una buona cosa».
I dati del 2009 ce «li aspettavamo, li avevamo già scontati nei nostri bilanci. Ma io – sostiene Vito Artioli, l'imprenditore che guida i calzaturieri dell'Anci – non sono pessimista. La ripresa ormai è partita. Sarà forse più lenta di quello che ci aspettavamo, ma c'è».
Il presidente dell'Anci sottolinea le buone aspettative del prossimo Micam, il salone delle calzature.
Ragionamento analogo per i mobili dove le prenotazioni per il prossimo salone sono promettenti: «Il problema vero – spiega Rosario Messina, presidente di Federlegnoarredo – sarà vedere se la curiosità per i nuovi prodotti si trasformerà in acquisti».
Conciso anche il parere di Michele Tronconi, presidente del Sistema moda Italia (Smi): «Il dato positivo della produzione in dicembre, probabilmente, non si ripeterà in gennaio».
I dati di Federmacchine, l'associazione della meccanica strumentale, risultano in linea con l'Istat. «In particolare l'ultimo trimestre dell'anno – afferma il vicepresidente, Giancarlo Losma – ha segnato una piccola inversione di tendenza sul mercato interno, che è tornato a crescere».
Secondo i costruttori di macchinari, i numeri confermano la validità del provvedimento noto come Tremonti Ter.
Anche l'Anima, come Federmacchine, insiste sulla Tremonti Ter: «Ribadiamo la necessità di un provvedimento strutturale per i prossimi tre anni oltre a un piano di incentivi volto a consolidare nel medio termine il potenziale industriale delle imprese che avrebbe effetti positivi anche sull'efficienza energetica delle aziende, sulla sicurezza del lavoro e sulla produttività complessiva del sistema Italia». E questo perché la crisi continua a mordere l'intero tessuto della meccanica: «Il processo di risalita sembra confermato nel quarto trimestre del 2009 – dichiara Sandro Bonomi, presidente delle aziende aderenti all'Anima–. I primi segnali, evidenziati lo scorso anno, stanno iniziando a identificare opportunità percorribili per le aziende. Sarà un processo lungo e non è certo che tutte le imprese saranno in grado di portarlo a termine. Attendiamo che il governo individui nella meccanica varia uno dei settori al quale destinare parte degli incentivi, inizialmente messi a disposizione per il rinnovo del parco auto, che ora diventeranno risorse disponibili anche per gli altri comparti dell'industria italiana».
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