L'Italia sarà anche stata colpita da eventi negativi: le immagini dell'emergenza rifiuti in Campania e in Sicilia che hanno fatto il giro del mondo o le tasche degli italiani svuotate dalla crisi, per esempio, non hanno certo rappresentato uno stimolo a partire nel e verso il nostro paese. Ma i dati Istat lanciano soprattutto un messaggio per Maria Carmela Colaiacovo, che ieri è stata riconfermata presidente di Confindustria Alberghi: «Il turismo non può più fare a meno di una politica industriale nazionale».

Presidente Colaiacovo il settore ha chiesto e ottenuto un ministro del Turismo: che cosa è cambiato rispetto al passato?
Il ministro del Turismo Michela Brambilla ha posto l'attenzione su questo settore, ma al di là di questi sforzi di politiche industriali sul turismo non se ne sono ancora viste.

I dati Istat dicono che gli italiani hanno viaggiato di meno: sono calate sia le vacanze brevi che quelle lunghe. Il calo medio nazionale dell'8% circa, al sud è stato del 19,7%: come si spiega questo dato?
Intanto bisogna precisare che la situazione è a macchia di leopardo perché se Sicilia e Campania hanno avuto un 2009 negativo, la Puglia per esempio è andata molto bene. Nei primi due casi il risultato è stato generato soprattutto dal calo enorme dei flussi esteri: americani e anglosassoni, così come i turisti dei paesi del nord hanno scelto altre destinazioni. Il turismo interno che in Liguria, per esempio, è riuscito a riempire i vuoti lasciati dagli stranieri, in Sicilia e Campania non ha avuto lo stesso effetto. Gli italiani non sono andati al sud e adesso bisognerà approfondire il motivo che ha spinto a scegliere altre mete.

I rifiuti di Napoli hanno avuto un effetto valanga su tutto il Sud?
Il momento specifico ha sicuramente causato un calo dei turisti diretti al sud, ma superata l'emergenza, non ci sono state ulteriori ripercussioni. Certo quelle immagini in giro per il mondo hanno creato qualche problema e per questo io credo che vadano gestite meglio le situazioni e le comunicazioni a livello paese.

Non sarà un calo dovuto al rapporto qualità-prezzo dei servizi?
No, anche perché in Italia nell'ultimo anno c'è stata una forte diminuzione delle tariffe alberghiere che ha causato un pesante calo del fatturato. Il nostro paese ha avuto una diminuzione dei ricavi medi per camera del 15 per cento. Il turismo sta vivendo un momento di grande crisi e nelle nostre aziende dobbiamo trovare il modo per sopravvivere e poi riorientarci in modo da poter affrontare la ripresa.

Avete fatto delle indagini per capire come sta cambiando e si sta evolvendo la domanda per poter riorientare le vostre aziende?
C'è un lavoro che spetta ai privati, però il pubblico deve fare la sua parte. Noi possiamo lavorare per portare avanti la promozione ma in sinergia con tutti i soggetti e a livello nazionale. Il brand da promuovere è il brand Italia.

Come va promosso?
Dobbiamo far crescere la voglia di Italia in modo scientifico.

Con quali motivazioni?
La cultura, l'enogastronomia, l'italian lifestyle. Il nostro modo di vivere nell'immaginario collettivo e in quello degli stranieri è mitologico: ci sono spazi per lavorare su questi temi, ma bisogna farlo in maniera scientifica e nei mercati bersaglio. E cioè quello americano, anglosassone, del nord Europa e nei paesi emergenti.

Cristina Casadei
 

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