L'aiuto dei nonni fa risparmiare alle famiglie tra i 495,6 milioni e 1,3 miliardi di euro l'anno. Praticamente, tra e 41 i 110 milioni di euro al mese, a fronte di una forchetta di "impegno lavorativo" a prendersi cura dei nipoti, compreso tra i 103 e 194 milioni di ore, ogni 4 settimane.

La stima è contenuta in un'interessante ricerca "Il capitale sociale degli anziani", presentata, stamane, a Roma, dalla Spi-Cgil (la sigla che raccoglie oltre 3 milioni di pensionati italiani), in collaborazione con l'Ires (l'Istituto di ricerche economiche e sociali), che ha calcolato in 18,3 miliardi di euro l'anno (circa l'1,2% di Pil) il "valore" delle attività non retribuite degli over 55enni italiani. I calcoli sono stati fatti considerando la quantità di tempo (espressa in ore) erogato dagli "anziani" per aiuti informali e volontari, moltiplicata per i costi orari per prestazioni equivalenti.

Due i principali campi d'applicazione considerati dallo studio. L'attività di cura delle persone (soprattutto, di bambini e adulti non autosufficienti), che vede impegnati a titolo gratuito 4,7 milioni di over 55 (su circa 13 milioni di italiani impegnati in aiuti informali), in grado di garantire, ogni mese, circa 150 milioni di ore d'aiuto, per un ritorno economico, al netto dell'aiuto rivolto ai nipoti, di 4,2 miliardi di euro l'anno. L'impegno dei circa 6 milioni di nonni (su 6,9 milioni totali) è invece stimato tra i 566 milioni e il miliardo di euro al mese.

Per quanto riguarda, poi, l'altro ambito di analisi della ricerca, e cioè il volontariato di interesse collettivo, emerge come queste attività, prevalentemente legate al campo socio-sanitario e assistenziale, conducano a un'attività lavorativa, complessiva, di oltre 41 milioni di ore l'anno, che possono essere associate - si legge nel rapporto - a una cifra compresa tra i 298 e i 308 milioni di euro.

Per il segretario generale dello Spi-Cgil, Carla Cantone, «è necessario che il Governo adotti misure concrete a sostegno degli anziani, che svolgono sempre più, specie in questo contesto di crisi, un fondamentale ammortizzatore sociale per migliaia di famiglie». La ricetta proposta da Cantone passa, soprattutto, per un aumento "significativo" delle pensioni. Oggi, ha ricordato, quasi 9 milioni di anziani prendono 700 euro al mese e, tra questi, oltre 4 milioni, meno di 500 euro mensili. Bisogna, poi, prevedere sgravi fiscali ad hoc ed estendere la quattordicesima ai pensionati.

I soldi per questi interventi, ha aggiunto, dovranno venire dalla lotta all'evasione e dal recupero di efficienza dell'intero settore del welfare, dove sono presenti molti sprechi a livello territoriale. Una mano in questa direzione, ha concluso Cantone, può venire dal federalismo fiscale (che come noto farà gestire alle Regioni il 60%-65% delle entrate fiscali), a patto, però, ha sottolineato, che «si punti davvero a superare le disuguaglianze ancora presenti, per favorire equità e giustizia sociale».

 

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