Salvaguardare l'arbitrato e il ruolo delle parti sociali, che hanno firmato l'11 marzo un avviso comune per escludere dagli accordi tra datore di lavoro e dipendente l'articolo 18. Nel pieno rispetto, comunque, della decisione del Quirinale. È il messaggio che arriva dalle imprese e dai sindacati Cisl e Uil: l'arbitrato occorre per accelerare i tempi della giustizia; l'avviso comune firmato tra le parti fa salve tutte le garanzie previste dall'articolo 18 sui licenziamenti.

È importante fare presto: a su questo punto insiste Giampaolo Galli, direttore generale di Confindustria. «Massimo rispetto - ha affermato ieri - per il Quirinale e auspichiamo, come ha detto il ministro Sacconi, che il Parlamento possa recepire rapidamente le indicazioni del presidente della Repubblica». Anche Galli sottolinea l'importanza che il nuovo testo salvaguardi il ruolo delle parti sociali. Quanto all'arbitrato, «è presente in tutte le economie evolute ed è utile per ridurre costi e tempi». Contemporaneamente, secondo il direttore generale di Confindustria, il testo deve riflettere «una assoluta salvaguardia e garanzie dei lavoratori e questo è il senso dell'accordo dell'11 marzo».

Sugli stessi toni anche le altre organizzazioni imprenditoriali: «Le parti sociali avevano già anticipato alcuni temi della questione sollevata dal Quirinale, ribadendo la centralità del ruolo della contrattazione e della certificazione del rapporto di lavoro», commenta Francesco Rivolta, presidente commissione lavoro della Confcommercio. Dalla Confartigianato arrivano alcuni numeri: le cause pendenti in materia di lavoro oggi sono circa 1,2 milioni. E la durata media di un provvedimento è di 1.530 giorni. Di questi, 696 se ne vanno per il primo grado di giudizio e gli altri 863 per il secondo grado. «Ci auguriamo che la riformulazione delle legge salvaguardi il ruolo delle parti sociali: l'intesa raggiunta esclude dalle clausole compromissorie la risoluzione del rapporto di lavoro», dice il presidente, Giorgio Guerrini. «Bisogna tenere in massima considerazione le osservazioni del Quirinale, per raggiungere un confronto tra le parti sempre più costruttivo», scrive Confesercenti.

Anche Anima, la Federazione della meccanica varia di Confindustria, con il presidente, Sandro Bonomi, auspica che «Quirinale e governo sapranno tradurre nel migliore dei modi la necessità del paese di maggiore competitività e certezza del diritto, con interventi adeguati nel rispetto della Costituzione, come nel caso dell'articolo 18».

Per Epifani, invece, l'avviso comune, firmato prima ancora della pubblicazione della legge in Gazzetta ufficiale, «mette in evidenza la sua intempestività». Per la Fiom bisogna proprio bloccare la legge. Di diverso parere la Cisl e la Uil. «L'avviso comune resta la base per un successivo accordo interconfederale sulla materia. L'arbitrato – scrive una nota della Cisl – è uno strumento utile a lavoratori e imprese per accelerare i tempi delle controversie di lavoro». Luigi Angeletti, numero uno Uil, si augura che «il rinvio alle Camere del testo possa essere l'occasione utile per rendere coerente il provvedimento legislativo con l'avviso comune firmato dalle parti».

 

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