Tra cassa integrazione che imperversa e lavoratori che perdono il loro posto anche questo Primo Maggio non sarà una festa felice per i lavoratori italiani che guardano alle prospettive di rilancio dell'economia consci che i segnali di ripresa difficilmente porteranno anche una ripresa dell'occupazione. Anche perchè le imprese che fino ad ora sono riuscite a destreggiarsi con la cassa integrazione stanno ora iniziando a ristrutturarsi con inevitabili tagli all'occupazione. Intanto si allunga a dismisura il numero delle vertenze dei lavoratori e delle imprese in difficoltà.

A partire dalla Fiat che, nonostante il piano di rilancio che potrebbe portare anche a nuove assunzioni, avvia il suo nuovo piano industriale con la chiusura di due stabilimenti, quello di Termini Imerese, 1.400 lavoratori più 500 dell'indotto e quello della Cnh di Imola, 550lavoratori compreso l'indotto e mentre continua il ricorso alla cassa integrazione in molti stabilimenti.

Tra il 2008 e il 2012 sono 13 mila gli esuberi previsti da Telecom Italia, maggiore operatore italiano, di cui 4.522 annunciati a metà aprile. Ma anche nelle aziende dell'indotto le cose non vanno bene: la Ciet impianti, 1.056 dipendenti in Italia, ad esempio, non sta pagano gli stipendi di marzo; lavoro in pericolo anche alla Sielte, 2.000 addetti in tutta Italia, dove si sta trattando la solidarietà per evitare licenziamenti.

I sindacati di Fincantieri continuano ad essere preoccupati: senza nuove commesse la situazione occupazionale nel 2010 potrebbe diventare esplosiva mentre è già critica la situazione a Castellammare e a Palermo. Ma è tutta la cantieristica a soffrire: per Nca, da maggio potrebbe partire la cassa integrazione. I sindacati sono inoltre preoccupati per il futuro occupazionale della Tirrenia in via di cessione.

Tarda ancora a profilarsi una soluzione per il gruppo Merloni (elettrodomestici) in attesa che si concretizzino le manifestazioni di interesse all'acquisto, i lavoratori, 3 mila dipendenti( 6-7 mila nell'indotto), attendono la proroga della Cig e dell'amministrazione controllata.

La casa farmaceutica Glaxo ha annunciato che chiuderà a fine 2010 il centro ricerca di Verona che impiega 410 scienziati e 150 addetti ai servizi.

Dopo il rinvio sulla decisione di chiusura degli stabilimenti Alcoa di Portovesme in Sardegna e Fusina in Veneto, i lavoratori sono in attesa del piano industriale per capire le intenzioni della multinazionale statunitense sul futuro produttivo dell'alluminio negli stabilimenti italiani. In Sardegna si spera in una soluzione per la Vinyls di Porto Torres, i cui operai protestano dal 7 gennaio all'Asinara, ormai nota come l'Isola dei Cassintegrati.

Si cerca una soluzione per scongiurare la decisione della casa costruttrice della Moka Bialetti che ha deciso di delocalizzare lo stabilimento di Omegna.

Non trova soluzione la crisi dell'ex Eutelia, nata con la cessione del ramo di It, e del gruppo di lavoratori ex Olivetti e Bull, ad Agile e di Phonemedia. Nei giorni scorsi la Camera ha respinto emendamenti «salva-Eutelia» mentre proprio il Primo Maggio un presidio di lavoratori del gruppo svolgerà un presidio ad Arezzo, di fronte alla sede della società.

 

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