Il "segreto" per farla lavorare al meglio è calibrare bene il carico: mai riempire eccessivamente il cestello ma neppure lasciarlo mezzo vuoto. Al prelavaggio si dovrebbe ricorrere solo in caso di biancheria molto sporca mentre il detersivo va dosato con attenzione: più l'acqua è dura, più detersivo serve anche se è meglio non esagerare, altrimenti è difficile ottenere un risciacquo efficace. Una buona alternativa consiste nel l'aggiungere regolarmente un decalcificante (anche a ogni lavaggio in caso di acqua molto dura): aiuta a proteggere la serpentina dal calcare (prima causa di guasti). A fine lavaggio è consigliabile asciugare l'acqua rimasta nella guarnizione e lasciare aperto l'oblò (per contrastare muffe e cattivi odori).
La corretta manutenzione consiste nella pulizia del filtro e del cassetto del detersivo (ogni 2-3 mesi, con acqua calda e aceto) per evitare che si intasino o si incrostino di calcare. Se l'acqua di casa è troppo dura, si può effettuare di tanto in tanto un lavaggio a vuoto con aceto oppure installare nelle tubature di adduzione un "addolcitore" (si veda il Sole 24 Ore del 22 marzo scorso).
Se si punta anche a risparmiare sull'elettricità, evitare il programma di mezzo lavaggio e preferire i bucati a 40 o 60°: lavare ad alte temperature non dà particolari vantaggi a livello di igiene, ma deteriora più velocemente i tessuti e richiede un consumo di kWh anche 5 volte maggiore rispetto a un ciclo a temperature inferiori. Secondo Legambiente, facendo due cicli di lavatrice a settimana a 40 anziché a 90°, si risparmiano almeno 52 euro l'anno.
Un'altra misura tagliabolletta (e valida per tutti gli elettrodomestici) se si ha una tariffa bioraria consiste nel far funzionare la lavatrice di notte. Tra l'altro da luglio, secondo quanto disposto dall'Autorità per l'energia, sono in arrivo le tariffe modulate, cioè differenziate secondo i diversi momenti della giornata e della settimana (e più basse tra le 19 e le 8 dei feriali, nei week end e nei festivi).
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