L'export italiano torna a crescere dal primo trimestre 2010, spinto dalla ripresa della domanda globale. Secondo le previsioni di Sace, società specializzata nell'assicurazione del credito con clienti in oltre 150 paesi, nel biennio 2010-2011 le esportazioni dovrebbero crescere in media del 5,4 per cento.

Quali mercati offriranno le migliori opportunità?
"È bene indirizzarsi verso quelle regioni meno toccate dalla crisi dove la ripresa attecchisce prima, anche a fronte di stimoli e incentivi fiscali", commenta Alessandro Terzulli, senior economist di Sace. Gli emergenti fanno la parte del leone, in particolare spiccano Cina e India (rispettivamente +10,5% e +9,5% nel prossimo biennio), oltre a Brasile e Messico (+7,4% e +7,5%). "Anche l'Indonesia, però, sta vivendo un periodo particolarmente florido – precisa Terzulli -, dopo aver ottenuto la stabilità politica. Così come bisogna stare attenti alla Corea del Sud, caratterizzata da un consumo per certi versi anche sofisticato". Per quanto riguarda invece l'Europa dell'Est, cruciale negli ultimi anni per l'export italiano ma colpita dai più pesanti contraccolpi della crisi, la ripresa si farà attendere (+6,8%). Questo vale soprattutto per la Russia, dove il recupero sarà ancora più lento.

Quale strategia per contrastare il calo di ordini?
La crisi non deve spaventare. "È bene mantenere un presidio – aggiunge il tecnico di Sace -. Sarebbe un errore uscire adesso da un paese solo perché la ripresa tarda ad arrivare". Le imprese devono difendere le quote di mercato acquisite e allo stesso tempo andare oltre e puntare più lontano, a mercati come quelli latinoamericani e asiatici, investendo nella diversificazione delle proprie destinazioni.

Quali i settori di punta per l'export nei prossimi anni?
"In questo momento stanno trainando l'export i beni intermedi – afferma Terzulli di Sace -. Ad esempio la chimica, la gomma e plastica, i prodotti in legno non finiti e quelli energetici per la raffinazione. Questo è un'effetto naturale della ripresa: si comincia sempre dall'approvvigionamento, per poi passare ai beni di consumo e, più lentamente, a quelli di investimento". Questi ultimi saranno trainati principalmente dai mezzi di trasporto (+7,5% nel biennio), che beneficeranno della ristrutturazione del settore in corso a livello globale, dalla meccanica strumentale (+7,1%) per i nuovi investimenti industriali, e dalle apparecchiature elettriche (+7%). Sono da segnalare anche buone opportunità per gli esportatori italiani in Polonia per la meccanica strumentale, in Turchia per il settore dei metalli e in Russia per il tessile e l'abbigliamento.

 

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