Carmine Fotina
ROMA
Il terziario contiene la caduta dell'occupazione compensando le difficoltà dell'industria. Il rapporto Unioncamere sintetizza così le prospettive 2010 per il mercato del lavoro, che avrà ancora un saldo negativo ma in misura più attenuata. Quest'anno i posti perduti saranno 173mila ma, per il complesso delle imprese, la diminuzione (-1,5%) risulterà più contenuta rispetto al 2% del 2009. Sarà l'effetto, secondo la proiezione presentata ieri a Roma, di un'entità delle uscite sostanzialmente in linea con quella del 2009 e di un leggero incremento delle assunzioni previste: 830mila, quasi 50mila in più rispetto a quelle programmate nel 2009. I dati – basati su un campione di 40mila imprese con almeno un dipendente – sono un'anticipazione dell'indagine Excelsior svolta in collaborazione con il ministero del Lavoro.
Secondo i ricercatori di Unioncamere, gli effetti della crisi, anche nel 2010, si faranno sentire in misura più evidente sulle imprese industriali (-2,5%) rispetto al terziario (-0,7%). Vanno ancora male le costruzioni, stenta il manifatturiero, tengono i servizi, dove si registrano addirittura variazioni positive, anche se minime, nei servizi sanitari privati e nell'informatica e telecomunicazioni. Continuano in particolare le difficoltà tra le aziende specializzate in alcune produzioni del made in Italy come il sistema moda, l'arredamento, i beni per la casa e il tempo libero.
Questi dati – ha commentato il ministro del Lavoro Maurizio Sacconi chiudendo l'incontro di Unioncamere – descrivono un progressivo aumento del peso del terziario in Italia: «Ma credo che ciò non significhi rinuncia piuttosto accompagnamento della dimensione manifatturiera consentendole di crescere in termini di valore aggiunto e di fasce di mercato raggiungibili». Non è oltretutto l'unico cambiamento che si sta concretizzando con la crisi economica. In un quadro di generale difficoltà, il mercato del lavoro si sta orientando in misura più spiccata verso le assunzioni qualificate – dirigenti, impiegati specializzati, tecnici laureati – con la quota di lavoro a tempo indeterminato che cresce rispetto ai contratti a termine.
Per Sacconi la rilevazione di Unioncamere dimostra che «la ripresa si sta manifestando, ma in modo discontinuo, con variabili che possono interromperla». Per questo «la prima politica di crescita, anche per l'occupazione, è la stabilità e la disciplina di bilancio». Una stoccata al «piano di spesa» appena avanzato dalla Cgil al congresso di Rimini. «Forse – dice Sacconi – da parte di qualcuno non c'è ancora la piena consapevolezza del contesto in cui ci troviamo».
Anche il rapporto Unioncamere, del resto, pur proponendo spunti positivi avverte che la strada per risalire resta molto impegnativa. Il presidente, Ferruccio Dardanello, mette in luce la vitalità del sistema con la nascita di 40mila imprese nel solo mese di aprile, ma al tempo stesso ricorda che il paese continua a viaggiare a doppia velocità, sostenuta al Centronord, ridotta al minimo al Mezzogiorno. Inoltre, nel 2010 ad assumere saranno le medie e grandi imprese, mentre continueranno a soffrire e a tirare la cinghia le piccole aziende artigiane che quest'anno registreranno un calo dell'occupazione ancora più accentuato. «Resta poi su vasta scala la difficoltà di accedere al credito – aggiunge Dardanello –: i provvedimenti varati finora, come la moratoria, sono stati un segnale positivo, ma non sufficiente. Ci preoccupa che il miglioramento degli indicatori dipenda in buona parte da una riduzione della domanda di credito, più che da una maggiore e migliore offerta».
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LO SCENARIO

-2,5%
Industria
La variazione attesa dello stock dei dipendenti nelle imprese industriali tra la fine del 2009 e la fine del 2010. Dinamica migliore per il terziario (-0,7%)
50mila
Assunzioni
È l'incremento atteso per il 2010:il totale sarà di poco inferiore al le 830mila assunzioni complessive
30%
Imprese industriali ottimiste
Per il periodo aprile-giugno 2010, il 30% delle piccole e medie imprese manifatturiere prevede una crescita del fatturato rispetto al primo trimestre. Solo l'11% si attende una diminuzione. Per la produzione, invece, il saldo è di +23 punti.

 

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