Il presidente di Intesa Sanpaolo ieri ha convocato formalmente per oggi pomeriggio il consiglio di sorveglianza della banca per procedere alla nomina del consiglio di gestione. Nessun rinvio, dunque. Anche se il candidato presidente Andrea Beltratti, designato dai torinesi della Compagnia San Paolo, dovrà superare in mattinata l'ultimo test – in un percorso in cui gli ostacoli non sono certo mancati – con il vaglio da parte del comitato nomine della banca dei pareri legali sulla presunta esistenza di un patto parasociale tra le Fondazioni che lo hanno designato. Il tema era stato oggetto di una specifica richiesta, nel corso del comitato nomine di due giorni fa, da parte del consigliere Pietro Garibaldi, anch'egli designato dalla Compagnia San Paolo. E il riferimento era alle indicazioni che i grandi azionisti avrebbero fatto pervenire per iscritto a Bazoli. Il presidente di Intesa Sanpaolo, nel corso dell'ultima assemblea dei soci del 30 aprile, aveva spiegato che tali indicazioni sarebbero state accolte come «suggerimenti» precisando però che poi il consiglio di sorveglianza avrebbe deciso in autonomia, così come previsto dalla governance duale.

La giornata decisiva per la nomina del nuovo consiglio di gestione di Intesa Sanpaolo, in cui è scontata la conferma dell'amministratore delegato Corrado Passera, si aprirà dunque con due scenari possibili. Il primo è che i pareri legali chiesti dal comitato nomine non ravvedano rischi per i consiglieri ed escludano che tra le Fondazioni azioniste sussista, di fatto, un patto parasociale. In tal caso, il comitato nomine non potrà non tenere conto dell'unanime candidatura di Beltratti e la porterà al vaglio del consiglio di sorveglianza. A meno di sorprese, in questo scenario, sul nome proposto dal comitato e suggerito dalle Fondazioni dovrebbero convergere anche i rappresentanti di Generali e Credit Agricole, che non hanno presentato proprie indicazioni per il consiglio di gestione coerentemente con il ruolo di partner finanziari. Per raggiungere l'unanimità, auspicata ancora pochi giorni fa dal presidente della Fondazione Cariplo Giuseppe Guzzetti, servirà anche il consenso dei due consiglieri indipendenti nominati dall'Assogestioni presieduta da Domenico Siniscalco.

Il secondo scenario è che invece i pareri legali chiesti da Bazoli per conto del comitato nomine ravvedano un possibile patto di consultazione tra le Fondazioni. Ed evidenzino i rischi per i consiglieri di procedere con una nomina, che in seguito potrebbe essere impugnata da qualunque azionista. In questo caso, il comitato nomine potrebbe decidere di portare comunque la candidatura all'esame del consiglio di sorveglianza (unico organo titolato a decidere) oppure di non ammetterla affatto. Ipotesi che lascerebbe il consiglio senza un candidato "scelto" dagli azionisti e senza più tempo per rinviare le nomine (settimana prossima, il cdg dovrà approvare i conti trimestrali). È in questo contesto che, stando ad ambienti torinesi, potrebbe riprendere quota l'ipotesi di una permanenza alla presidenza di Enrico Salza. Ipotesi che però, come noto, non è condivisa né dal presidente della Compagnia San Paolo Angelo Benessia né da Elsa Fornero, neo vicepresidente del consiglio di sorveglianza di Intesa Sanpaolo e sostenitrice della candidatura Beltratti.

Chiusa la partita delle nomine in Intesa Sanpaolo, la settimana prossima i riflettori torneranno a spostarsi su Torino dove il 12 maggio si riunirà il Consiglio Generale «per verificare la fiducia» al suo presidente. Verifica su cui non sarà ininfluente, anche se forse non decisiva, l'esito delle nomine in banca.

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