Enrico Netti
Quale sarà il primo rifiuto domestico di apparecchiatura elettrica ed elettronica (Raee) che il 18 giugno, quando entrerà in vigore il nuovo regolamento, verrà consegnato in negozio? Se lo domandano i negozianti che da quel giorno dovranno rispettare la formula «uno contro uno», ovvero ritirare gratuitamente il "vecchio" apparecchio a seguito del contestuale acquisto di uno nuovo. Una nuova abitudine ecologicamente corretta che dovrebbe fare raggiungere alla raccolta dei Raee domestici quota 4 chili procapite contro i 3,2 del 2009.
«Con "l'uno contro uno" quest'anno la raccolta complessiva raggiungerà le 240mila tonnellate» prevede Fabrizio Longoni, direttore generale del Centro di coordinamento Raee (Cc Raee), consorzio che riunisce i 15 sistemi collettivi per la gestione di questi rifiuti hi-tech. Nel 2009 la quantità, dalle lampadine ai piccoli e grandi elettrodomestici, dai pc ai tv e all'elettronica di consumo trattata dai sistemi collettivi, è triplicata, passando da circa 65mila del 2008 alle oltre 193mila tonnellate dello scorso anno. Un giro d'affari, tra la logistica e i trattamenti, che ha superato i 71 milioni di euro. Nella rete del riciclo entreranno, secondo Longoni, soprattutto le lampadine e i piccoli gadget elettronici.
Nell'era dell'«uno contro uno» ci sarà una piccola rivoluzione nell'organizzazione dei punti vendita coinvolgendo chi organizza televendite e i siti di e-commerce. Tutte realtà che dovranno attrezzarsi per il ritiro, lo stoccaggio e il trasporto dei Raee alla piattaforma ecologica, dove poi verranno raccolti dai consorzi di competenza.
«Temo che la normativa non riesca a esprimere le sue potenzialità, perché in diverse aree del paese mancano i centri di raccolta» avverte Danilo Bonato, direttore generale del consorzio Remedia, che gestisce circa il 30% dei Raee italiani. Problema in via di risoluzione, perché il Cc Raee, in collaborazione con l'Anci, ha varato un bando pubblico da 2,5 milioni per la costruzione o l'adeguamento dei centri di raccolta. Altri 6 milioni sono in via di erogazione a ristoro dei costi sostenuti dai comuni.
A complicare la gestione dei Raee, secondo Pierluigi Bernasconi, ad di MediaMarket e vicepresidente di Aires (Associazione italiana retailer elettrodomestici specializzati) è la definizione di "rifiuti pericolosi". «È un errore considerare nocivo un prodotto che si aveva in casa e che diventa "nocivo" nel momento del passaggio al negoziante» spiega. Con altre criticità che potrebbero emergere sul fronte dei commercianti. «I comportamenti dei consumatori sono imprevedibili – segnala – e nei negozi serviranno contenitori speciali».
Con un aumento dei costi per i commercianti. «Sono oneri che purtroppo saranno assorbiti dalla distribuzione» commenta Riccardo Pasini, presidente del gruppo d'acquisto Elite, 116 nogozi concentrati nel Nord Italia. Pasini si interroga poi sul perché il trasporto effettuato dai distributori o dai terzi che agiscono per loro conto debba avvenire con un mezzo con portata non superiore a 60 quintali, mentre il quantitativo di Raee non deve superare i 35 quintali. «Per rispettare questa norma molti dovranno cambiare il loro parco mezzi» avverte.
«I piccoli come potranno adeguarsi?» si chiede anche Francesco Panerai, presidente dell'Associazione nazionale commercianti radio tv elettrodomestici dischi e affini (Ancra), che spera in qualche semplificazione, ma senza eccessivo ottimismo. Per il presidente «è un costo aggiuntivo, perché si deve adempiere a un onere di ritiro di vecchi prodotti senza corrispettivo». Senza dimenticare la tenuta degli schedari e dei registri dei documenti di ritiro e trasporto. Insomma «è un onere da accettare, per quanto il decreto abbia un ottimo fine».
enrico.netti@ilsole24ore.com
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