AGGIORNAMENTO ORE 22.10

Chiusura negativa per le Borse europee. I listini europei, dopo aver danzato sopra la parità per tutta la seduta, hanno archiviato la seduta con il segno rosso (tranne Londra +0,5%). Parigi ha perso lo 0,5%, Francoforte lo 0,6 per cento. Piazza Affari, dal canto suo, ha visto il Ftse All Share e il Ftse Mib perdere rispettivamente lo 0,6 e lo 0,78 per cento. Wall Street, invece, dopo essere stato sull'ottovolante ha chiuso in positivo: il Dow Jones ha guagnato l'1,04%, il Nasdaq l'1,36% e l'S&P500 lo 0, 96 per cento. Perché tali andamenti? Da un lato, c'è il nervosimo legato alla situazione del debito sovrano dei paesi "periferici" dell'Ue; dall'altro, c'è stata una certa delusione per la comunicazione dell'intervento di Bruxelles, a favore della Grecia: nelle sale operative, la genericità delle dichiarazioni è stata interpretata come un segno di debolezza dell'unione monetaria. In mezzo a questi due fattori, ci sono stati altri due elementi che influenzano non poco i mercati. In positivo si è avuto il dato Usa sulle richieste iniziali di sussidi di disoccupazione, che sono calate di 43.000 unità. Un numero nettamente migliore delle attese degli analisti: e, si sa, in questo periodo di forte disoccupazione i mercati si aggrappano ad ogni minimo indizio di "job recovery". In negativo, c'è il rafforzamento del dollaro (dopo la comunicazione di Bruxelles sulla Grecia) che quota 1,36 contro l'Euro: un trend che, in teoria dovrebbe indebolire Wall Street, ma che in questa situazione rende solo più volatile la Borsa Usa. Che, alla fine, ha accelerato verso il terreno positivo.

A livello continentale pesante il settore dell'Automotive, con il Dj Stoxx 600 di settore che ha ceduto oltre il 2 per cento. Una conseguenza, anche, dei dati negativi di Peugeot ieri e dei cattivi numeri di Renault oggi. A seguire, tra i comparti che non hanno fatto faville, le Tlc: il Dj Stoxx 600 Telecomunicazioni ha ceduto lo 0,7 per cento. In gran spolvereo, invece, le materie prime (+ 2,45%) e l'Energia (+1,98%).

A Piazza Affari, diversi titoli a media capitalizzazione sotto la lente d'ingrandimento. In primis, dopo la dichiarazione di fallimento di Bdh, holding di controllo di Mariella Burani Fashion Group, i titoli quotati che fanno capo alla maisonhanno sofferto, e non poco. Sono scese Antichi Pellettieri, Greenvision e Bioera.

Male anche Iride ed Enia. Il 16 febbraio è convocato il consiglio della multiutility del Nord Ovest che dovrebbe mettere una pietra tombale all'aggregazione. Il nodo che sembra non essere stato superato è quella della governance. Si metterebbe così la parola fine alla tormentatissima aggregazione di cui si parlada più di due anni.

In forte controtendenza Rcs Mediagroup che è balzata oltre i 7 punti percentuale. Qui la spinta alle quotazioni del titolo è arrivata dalla trimestrale: il gruppo ha chiuso il 2009 con ricavi consolidati pari a 2,206 miliardi di euro (-17% rispetto al 2008): risultati «meno negativi del previsto» grazie alla «tempestiva e incisiva azione di contenimento dei costi e il contestuale sviluppo di nuove strategie editoriali».

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