La deflazione resta «l'unico strumento efficace» a disposizione della Grecia per rimettere in sesto i conti. Uno «strumento doloroso perché significa salari e prezzi più bassi». Non ha usato mezzi termini il direttore generale del Fondo monetario internazionale, Dominique Strauss-Kahn, in una intervista al settimanale austriaco «Profil», all'indomani dell'accordo europeo per il sostegno ad Atene, che, in tandem con il Fondo, assicurerà gli aiuti ad Atene. In tutto una quarantina di miliardi di euro, di cui 30 garantiti dai paesi dell'Eurozona. La deflazione «correttamente, è anche la ricetta suggerita dalla Commissione europea» ha sottolineato il direttore del Fmi, ricordando alla Grecia che «ora deve ripercorrere in senso inverso la strada degli ultimi anni. Non c'è altra soluzione che diventare più competitivi, visto che il paese ha perso tra il 20 e il 25% di competitività rispetto alla Germania».

La reazione positiva dei mercati
Un modo esplicito per riportare Atene alla realtà, dopo l'intesa europea di domenica è la reazione positiva dei mercati. La Borsa di Atene ha chiuso in rialzo del 3,51 per cento, dopo che nel corso della seduta aveva registrato rialzi da oltre il 5 per cento. I rendimenti sui bond della Grecia - che si muovono nella direzione opposta al prezzo - si sono ridotti al 6,63 per cento nel pomeriggio, dopo il 7,5 per cento raggiunto alla fine della scorsa settimana. In calo anche i credit default swap sul debito sovrano greco, a 357 punti (-69 punti base) e in recupero l'euro, a 1,3580 dollari nel tardo pomeriggio dopo aver sfiorato quota 1,37.

Rigore greco e credibilità europea
Il richiamo al rigore è arrivato anche dal presidente della Bce, Jean-Claude Trichet: soddisfatto per la «decisione positiva» ha ricordato comunque alle «parti coinvolte l'obbligo di far fronte alle proprie responsabilità». Come dire: Atene deve applicare pienamente il programma di risanamento dei conti pubblici.
Anche il presidente della Commissione Ue, Josè Barroso, è apparso ottimista e si è detto fiducioso che la definizione delle modalità di sostegno alla Grecia siano di stimolo per realizzare le riforme necessarie. Per Barroso, che oggi era in visita in Italia per una lectio magistralis al collegio europeo di Parma, l'intesa di domenica «è stato un buon test di credibilità per l'Unione europea».
Forse il «test» si poteva fare qualche settimana fa, evitando di dare ancora spago alla speculazione. Ma meglio tardi che mai. E non è detto che i problemi siano finiti qui e, dunque, non serva qualche altro test. Una prova sarà senz'altro l'emissione di titoli di stato per 1,2 miliardi di euro. Entro fine aprile deve raccogliere altri 2,65 miliardi che diventano 8,2 entro fine maggio. In tutto, il Tesoro ellenico deve rifinanziare 54 miliardi di euro entro il 2010.

Le elezioni regionali tedesche
Nel brevissimo periodo, i mercati, ma non solo, guardano anche alla data del 9 maggio, giorno in cui si terranno le elezioni nel lander Renania del Nord - Vestfalia. Se dalle urne non uscirà un risultato penalizzante per la coalizione Cdu-Fdp che governa la Germania, Angela Merkel e il suo governo potrebbero assumere una linea più morbida anche in Europa, non solo nei confronti della Grecia ma soprattutto verso l'adozione di una politica economica europea comune, come ha chiesto lo stesso Strauss-Kahn: «Per un miglior coordinamento, l'Europa deve darsi una nuova regolamentazione che, nell'emergenza sia capace di costringere i singoli paesi a rispettare gli accordi. Un'Europa che mostri più i denti!».

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