L'Italia non è tra i paesi più a rischio fra quelli colpiti dalla crisi, perchè non è stata «in prima linea durante la crisi finanziaria globale» e non lo è neanche ora che «la crisi finanziaria si trasforma in crisi del debito pubblico». Lo scrive l'agenzia di rating Moody's nel suo rapporto dedicato all'Italia e intitolato "La sfida italiana: contenimento del debito con bassa crescita», presentato oggi a Milano. Moody's motiva il fatto che l'Italia non sia stata tra i paesi maggiormente esposti «durante la crisi finanziaria globale» grazie a un «sistema bancario meno esposto» e al fatto che «meno risorse pubbliche siano state messe a sostegno del settore finanziario ed economico». Ora che l'attenzione si sposta sulla «crisi del debito pubblico» degli Stati, i fattori che giocano a favore del nostro paese - per l'agenzia di rating - sono un minor indebitamento privato che incide sul bilancio dello Stato, un maggior risparmio, la compatibilità degli aggiustamenti di bilancio con i trascorsi storici, la presenza di un modello economico «abbastanza robusto» e «una buona credibilità sui mercati». Moody's invita però a fare attenzione al fatto che «la crisi globale ha cambiato l'ambiente». Il giudizio sull'Italia di «relativa stabilità» e «qualche vulnerabilità». Per Moody's l'outlook (le prospettive) per il 2010 si conferma «stabile».
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