Un paese arrabbiato nei confronti del nobile gesto di un imprenditore dotato di una non indifferente sensibilità accompagnata da una memoria storica che richiama i tempi in cui anche gli italiani figli di contadini facevano fatica, seppur con dignità, a tirare avanti.

Oggi Adro, il comune del bresciano il cui primo cittadino, Oscar Lancini, aveva deciso di escludere dal servizio mensa della scuola elementare ventiquattro bambini poiché le rispettive famiglie, in maggiornaza straniere, non ne avevano pagato la retta, si è svegliata con un nuovo – e a sentire molti, purtroppo – non molto desiderato eroe della beneficienza. La conferma ufficiale manca, ma sono in molti in paese a indicare nell'imprenditore Silvano Lancini (nessuna parentela con il primo cittadino) ex insegnante della scuola in questione e ora proprietario della Smea, società specializzata nella consulenza e nella fornitura di prodotti informatici con sede nel vicino comune di Erbusco, l'uomo che l'altro giorno, con un assegno da 10mila euro accompagnato da una lettera anonima, ha risolto la situazione, sanando i debiti arretrati contratti dalle famiglie insolventi e assicurando la sostenibilità economica del servizio mensa fino alla fine dell'anno scolastico.

«Un gesto nobile», dicono dalle locali Acli e dalla Cgil di Brescia la quale, nei giorni scorsi, aveva portato all'attenzione il caso. Un gesto che Silvano Lancini (inutilmente cercato nella sua azienda), nella lettera anonima recapitata in Municipio, ha giustificato ricordando gli anni della sua giovinezza quando, figlio di mezzadri in quella campagna Franciacortina allora non certo famosa per i suoi pregiati vini, «si faceva fatica a tirare avanti e si viveva la povertà con dignità».

Una sensibilità che oggi sembra mancare, vista l'atmosfera che in questi giorni si respira ad Adro: stamane, alcuni genitori degli alunni che hanno sempre pagato le rette della mensa hanno espresso la loro contrarietà nei confronti del gesto: «Poiché la mensa non è un servizio - ha dichiarato una mamma fuori dalla scuola primaria - non è obbligatorio accedervi, mentre è obbligatorio pagare per entrarvi. E non si può certo risolvere così la questione perché a settembre si ripresenterà di nuovo».

Ma, solidarietà a parte, anche la normativa sembrerebbe non dare ragione alla decisione di sospendere il servizio presa della giunta di Adro: in base alla legge 176/2007, lo Stato ha infatti stabilito che il tempo dedicato al pranzo è scuola a tutti gli effetti. L'articolo 1 riporta che nelle «le classi funzionanti a tempo pieno con un orario settimanale di quaranta ore" deve essere considerato anche il "tempo dedicato alla mensa».

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La lettera del cittadino di Adro

 

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