Una stretta sulle finestre per il pensionamento di anzianità e vecchiaia a partire dal 2011 e un contributo di solidarietà dalle pensioni d'oro, quelle che nel 2008, quando sono entrati in vigore gli "scalini Damiano", partivano da 3.489,12 euro al mese: otto volte l'assegno minimo. Sono queste le due "ipotesi previdenziali" messe a punto dai tecnici e che nelle prossime ore dovrebbero arrivare al vaglio dei ministri Giulio Tremonti e Maurizio Sacconi.

Esclusa l'opzione per un intervento già nel 2010, sulla finestra di luglio per l'anzianità, lo schema di intervento spazia da un dimezzamento delle attuali finestre d'uscita (sono 2 per l'anzianità e 4 per la vecchiaia) a un allineamento (2 e 2) fino all'opzione estrema di una finestra unica per tutti. I risparmi di questa misura strutturale potrebbero superare il miliardo e mezzo l'anno.

L'altro intervento previdenziale dato per certo riguarda le invalidità. Oltre alle 100mila nuove verifiche che l'Inps realizzerà quest'anno (dopo le 200mila del 2009 che hanno prodotto la revoca del 15% delle prestazioni pagate per mancanza dei requisiti) verrà introdotto un tetto reddituale per gli assegni di accompagnamento (oggi per gli invalidi civili l'indennità di accompagnamento è di 472,04 euro). Ancora da quantificare i risparmi ma l'obiettivo, in questo caso, è di garantire un controllo molto forte su una spesa che quest'anno potrebbe arrivare a 17 miliardi (per la sola invalidità civile) con circa 3 milioni di beneficiari.

La decisione politica sulle opzioni messe in campo potrebbe arrivare entro fine mese, magari già nell'ultimo consiglio dei ministri di maggio, per assicurare tempi certi alla conversione in legge del decreto. Ieri il ministro del Lavoro è tornato ad assicurare che la crisi, a differenza di quello che sta accadendo in altri paesi, «non inciderà sul nostro modello di Welfare, che verrà reso più sostenibile».

L'intervento sulle finestre non è nuovo nella recente legislazione pensionistica e si traduce, di fatto, in un innalzamento indiretto dell'età effettiva di ritiro dal lavoro. Con la riforma Maroni vennero dimezzate le finestre per l'anzianità, meccanismo confermato con il Protocollo Welfare del 2007 che però introdusse per la prima volta le finestre di uscita per le pensioni di vecchiaia (sono quattro: gennaio, aprile, luglio e ottobre). Una norma di copertura che, all'epoca, venne cifrata in quattro miliardi nel periodo 2008-2017. L'intervento dovrà essere molto calibrato ma vale ricordare che produce anche una crescita degli assegni che vengono rinviati, visto che nel frattempo il lavoratore che si vede spostata di qualche mese la finestra d'uscita continua a versare contributi che vanno a rafforzare il montante finale. Dal provvedimento, come già anticipato, verrebbero invece esclusi i lavoratori in cassa integrazione o in mobilità.

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