Ampliare, addestrare, equipaggiare l'esercito afghano (Afghan National Army). Queste le priorità degli Stati Unitie degli alleati che auspicano così di poter cedere alle forze di Kabul gran parte dei compiti militari oggi ricoperti dalle truppe dell'Isaf.

La cosiddetta "afghanizzazione del conflitto" ha però costi sempre più elevati, sostenuti per ora soprattutto da Washington, ma che in futuro potrebbero diventare problematici specie quando, alla fine del 2011, la consistenza dell'esercito afghano sarà passata dagli attuali 100.130 soldati a 171.600 pur mantenendo le attuali "quote etniche" che prevedono il 44% di pashtun, il 31% di tagiki, l'11% di hazara, il 9% di uzbeki e il 5% di militari provenienti da altri gruppi minori.

L'Ana costa attualmente un miliardo di dollari al mese, pari a circa 730 milioni di euro, come ha confermato il colonnello Pamela Hoyt, uno dei portavoce del Pentagono. La cifra comprende tutte le spese di formazione, addestramento, equipaggiamento, i salari di tutto il personale incluse le reclute e il costo degli istruttori, cioè dei consiglieri militari degli Operational Mentoring Liaison Team della Nato e degli Embedded Training Team statunitensi. Tanto per fare un confronto il contingente italiano in Afghanistan di circa 3.000 unità costa poco più di 600 milioni di euro all'anno mentre i 100mila soldati americani schierati in Afghanistan costano al Pentagono circa 100 miliardi all'anno, un milione di dollari per ogni soldato.

Finora l'esercito afghano è stato alimentato da armi e mezzi donati da molti Paesi alleati, per lo più statunitensi e membri della Nato dell'Europa Orientale che dispongono di ampi arsenali di equipaggiamenti russo/sovietici compatibili con quelli da sempre in uso in Afghanistan.
Negli ultimi due anni Washington ha però iniziato a fornire fucili M-16, mitragliatrici M-60, veicoli Hummer e altre dotazioni "made in Usa" come gli elmetti in kevlar e i giubbotti antiproiettile. I finanziamenti per sostenere le forze afghane sono assicurati da un fondo a cui partecipano il Giappone, la Ue e altri alleati anche se «certamente questa operazione è finanziata per la maggior parte dagli Stati Uniti», come ha ricordato il colonnello Hoyt.

A fine dicembre il portavoce del ministero della Difesa afghano, Zaher Azimy, confermò l'impegno assunto da Washington di stanziare 16 miliardi di dollari nei prossimi quattro anni per l'addestramento e l'equipaggiamento dell'esercito afghano e del nuovo Corpo aereo che allinea una trentina di elicotteri (altri 74 sono stati ordinati in Russia) e una ventina di cargo G-222 ex Aeronautica militare Italiana .

Una cifra ragguardevole che però consentirà di coprire le esigenze finanziarie per soli 16 mesi su 48 anche se in futuro (ma non a breve termine) i costi relativi agli addestratori internazionali caleranno con l'aumentare delle capacità dei veterani afghani di addestrare le reclute. Azimy ha infatti rilevato che occorrono più finanziamenti e lo stesso presidente Hamid Karzai ha recentemente dichiarato che le forze armate afghane avranno bisogno del supporto finanziario e addestrativo internazionale per i prossimi dieci o quindici anni. Ai costi attuali si tratta di 120-180 miliardi di dollari.

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