I servizi segreti russi hanno identificato uno dei complici che avrebbero aiutato le donne kamikaze responsabili degli attentati alle fermate della metropolitana di Mosca, Lubianka e Park Kulturi, che hanno provocato la morte di 39 persone e il ferimento di altre 60. A carico di un uomo dal cognome russo, Mataev, è già stata formulata l'accusa di favoreggiamento. In base agli elementi raccolti grazie alla videosorveglianza, i complici delle responsabili sarebbero due donne e un uomo. Pare che le due donne abbiano dato il segnale alle attentatrici suicide attraverso il telefono cellulare. Le videocamere installate nei vagoni della metropolitana hanno permesso di definire il loro aspetto.

Una donna avrebbe intorno ai 25 anni, slava, vestita con una sciarpa blu, gonna e giacca viola. L'altra avrebbe intorno ai 40 anni, scialle lavanda, giacca nera e gonna bianca e portava una grossa borsa. L'uomo ha intorno ai 30 anni, altezza 180 cm, vestito di scuro. Sulla testa, berretto da baseball scuro. Piccola barba. Presso la stazione della metropolitana "Park Kultury", sono stati rinvenuti la testa e gli arti della kamikaze: una giovane donna di età compresa tra 18-20 anni, tipo caucasico, viso e occhi castani. Secondo alcuni testimoni, 20 minuti prima l'attacco alla stazione "Lubianka", nella metropolitana sono state viste tre donne musulmane sospette. Erano vestite con giacche, sciarpe e gonne lunghe. Una di loro nella lobby si è messa in ginocchio e ha pregato.

Gli agenti di polizia hanno fatto inoltre notare che la bomba "potrebbe essere esplosa per errore: è possibile che l'obiettivo dei terroristi fosse un'altra stazione della metropolitana". Mentre alla fermata della metro "Lubjanka", continua l'evacuazione dei corpi e l'identificazione delle vittime, ma non ci sono dettagli sulla responsabile dell'esplosione. Nelle prime ore dopo l'esplosione alla stazione della metropolitana "Lubjanka", sono circolate voci su altre esplosioni nelle stazioni di "Prospekt Mira" e "Komsomolskaya", ma questi dati non sono stati confermati.

L'ombra delle fidanzate di Allah
C'è ancora una volta l'ombra delle "fidanzate di Allah" sugli attentati odierni alla metropolitana di Mosca, come successo già nell'eccidio di Beslan e nel maxisequestro al teatro Dubrovka. Potrebbero infatti essere le 'vedove nere' - già ampiamente descritte dalla giornalista russa Julia Jusik in un libro - ad aver preso parte direttamente al doppio attentato.

Le donne kamikaze, o shahidka, o vedove nere, sono un retaggio del terrorismo ceceno creato dal leader separatista Shamil Basayev e sopravvissuto alla sua morte. In passato ci sono stati persino casi di kamikaze in gravidanza al momento dell'attentato: a dimostrazione che le fidanzate di Allah non sono altro che pedine nelle mani di folli. Per loro nemmeno una formazione o preparazione al suicidio: le contraddistingue infatti una cinghia imbottita di esplosivo. Molte non devono neppure innescarla per farsi saltare in aria: il tutto avviene attraverso un telecomando.

Tra le fila delle vedove nere ci sono in genere fanciulle di un'età compresa tra i 15 e i 19 anni. Secondo la Jusik - che ha passato in Cecenia un intero anno per descrivere il fenomeno - molte delle donne sono state vendute dai loro genitori, altre sono rimaste senza marito, padre e fratelli, e dunque prive di qualsiasi protezione sono state rapite. E forzate alla lotta terroristica.
Un altro gruppo proviene da famiglie wahabite: queste sono state spinte a diventare shahidka dalla propria famiglia. Solo una su dieci di loro vuole la vendetta per la morte di un familiare o del proprio uomo. In genere vengono preparate al suicidio, forzate con la violenza, drogate e stuprate. Lo stupro nella cultura islamica rende infatti una donna non ammissibile per il matrimonio e il suo destino è comunque segnato.

La risposta di Medvedev e Putin
Le forze di polizia e di sicurezza russe «continueranno a combattere il terrorismo sino alla fine, senza vacillare», ha dichiarato il presidente Dmitri Medvedev dopo il duplice attentato di stamattina nella metropolitana moscovita, che ha fatto 378morti e una settantina di feriti. Il capo del Cremlino ha anche ordinato di rafforzare le misure di sicurezza in tutto il Paese. Medvedev ha anche dichiarato che la linea per sconfiggere il terrorismo sarà proseguita senza esitazione e sino alla fine. Vladimir Putin ha ribadito che i terroristi saranno rintracciati e «annientati»: «È stato commesso un crimine che è tragico nelle conseguenze e ignobile nelle modalità», ha detto Putin, incontrando in video-conferenza un gruppo di alti funzionari delle squadre di soccorso.

Per Mosca un risveglio nel terrore
Mosca questa mattina si era risvegliata nel terrore. Due esplosioni nella rete metropolitana della capitale russa hanno causato decine di vittime. Una terza bomba, trovata inesplosa, avrebbe dovuto scoppiare nella stazione di Prospekt Mira. Non ci sono vittime italiane né cittadini dell'intera Unione europea coinvolti nei due attentati. L'ambasciata italiana nella capitale russa precisa che si stanno compiendo ulteriori verifiche, per poter escludere casi di doppia cittadinanza, ma si tratta di uno scrupolo e niente fa pensare che cittadini italiani siano tra le vittime.

Le esplosioni sono avvenute a pochissimi minuti l'una dall'altra, quando la città era nel pieno del traffico mattutino: la prima alle 7:56 ora locale, l'altra alle 8:38. Teatro di entrambe due centralissime stazioni della metropolitana: prima la stazione di Lubyanka, che si trova proprio sotto il quartier generale dei Servizi di Sicurezza Federale, la struttura nata dalle ceneri dei servizi segreti d'epoca sovietica, il KGB. L'esplosione ha fatto saltare la seconda vettura del convoglio e ci sono state vittime tanto nella vettura che sulla pensilina. Poi, la seconda esplosione a Park Kultury.

A farsi esplodere sarebbero state due donne kamikaze, come riferisce l'agenzia Interfax citando una fonte di polizia. «Parti del corpo ritrovato sul luogo ci consentono di dire che erano donne», riferisce la fonte. Ad accompagnarle ci sarebbero state altre due donne dall'aspetto slavo, che ora sono ricercate. Le due kamikaze, secondo le immagini delle telecamere a circuito chiuso, sono salite a bordo della metropolitana al capolinea di Iugo-Zapadnaia, a sud ovest della capitale. L'esplosivo, stando ai primi accertamenti, era nascosto in cinture allacciate all'altezza del petto, una prassi già collaudata dalle kamikaze cecene.

La condanna di Barack Obama, del G-8 e delle Nazioni Unite
Dura condanna del presidente Usa Barack Obama degli attentati di Mosca, definiti «atti
scellerati». «Il popolo americano si unisce a quello russo nella condanna dell'estremismo violento e degli scellerati attacchi terroristi che dimostrano tanto dispregio per la vita
umana», ha detto il presidente Usa in una dichiarazione scritta diffusa a Washington. «Noi tutti condanniamo questi atti scellerati», ha aggiunto Obama che ha espresso «le più profonde condoglianze» al popolo russo, per la «terribile perdita di vite umane e per i feriti». In serata ministri degli esteri del G-8 hanno approvato una dichiarazione di ferma condanna per gli attentati di Mosca. E anche il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha condannato con forza gli attacchi terroristici contro due stazioni della metropolitana di Mosca, definiti «un crimine ingiustificabile».

Dieci anni di terrorismo a Mosca
Negli ultimi dieci anni la capitale russa è stata spesso nel mirino del terrorismo islamico indipendentista, ispirato dal conflitto ceceno o dall'instabilità delle repubbliche del Caucaso contro il potere di Mosca, ma negli ultimi anni la situazione si era calmata. Quelli odierni sono i primi attentati al metro di Mosca dal 2004, quando un estremista islamico proveniente dal Caucaso aveva causato più di 40 morti.


VIDEO / Le immagini dei primi soccorsi
Le immagini dell'attentato a Mosca
MAPPA / I luoghi degli attentati
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