LONDRA - L'esperienza, il cambiamento, la novità. Gordon Brown, David Cameron, Nick Clegg giocano le immagini di se stessi nel primo, storico confronto televisivo fra i tre aspiranti premier del Regno di Elisabetta.

Rigidi nei loro abiti scuri, illuminati dalle cravatte - blu di Cameron, gialla di Clegg e rosa, a stemperare il rosso del Labour, di Brown - i tre uomini del futuro britannico cominciano a carburare alla seconda domanda di un dibattito concentrato sui temi di politica interna. Quella sulla criminalità nel paese. Escono dal protocollo rigido e cominciano a discutere l'uno contro l'altro. L'atmosfera si scalda e il confronto si anima, ma ognuno resta nel suo ruolo. Gordon Brown, il più rigido di tutti, esordisce ricordando i rischi di una grave recessione ancora da scongiurare. Il fautore del cambio è David Cameron, il meno prevedibile, capace di riconoscere all'avversario laburista meriti che - dice - non cancellerà un giorno che sarà lui al governo. L'innovatore gioca in relax: sa che non vincerà le elezioni e la tranquillità dà a Nick Clegg un margine di agilità che lo fa apparire più vicino all'elettorato.

Brown e Cameron se ne accorgono e nel corso del confronto danno la sensazione di inseguirlo. Con i Liberaldemocratici entrambi rischiano di dover fare i conti. I sondaggi dicono che nessuno avrà la maggioranza assoluta e dovranno unirsi in coalizione con la terza forza, con quel Nick che ostentatamente chiamano per nome nel corso dei loro interventi.

È lui il vincitore della serata di ieri, come conferma un sondaggio sull'andamento del dibattito che gli attribuisce il 43% dei consensi contro il 26 di Cameron e il 23 di Brown. Non potranno essere queste le percentuali finali, quelle delle urne. Clegg, il 6 maggio, arriverà terzo, ma i maggiori concorrenti ieri lo hanno corteggiato, consapevoli del fatto che con lui, probabilmente, dovranno trovare un accordo.

Sull'andamento del dibattito hanno pesato regole rigidissime applicate alla lettera da Alastair Stewart, il più popolare giornalista di Itn che fornisce i servizi d'informazione a Itv. Gli aspiranti premier hanno avuto a disposizione ieri e avranno nei due prossimi giovedì, un minuto per rispondere ad ogni domanda, un minuto per replicare alle risposte date dagli altri leader. Oltre a un minuto di presentazione e a un minuto e mezzo di appello finale. Una gabbia severa che i tre leader hanno avuto difficoltà a gestire nonostante l'avessero negoziata precedentemente. Che gli stesse stretta, David Cameron lo aveva detto chiaramente poche ore prima di entrare nello studio di Manchester. «È un format che rischia di essere molto lento». Parole che hanno scatenato una fiammata polemica che ha coinvolto sia gli oppositori politici sia gli organizzatori, uniti nel ricordare al leader Tory che la formula era stata negoziata per settimane e concordata con il benestare di tutti.


Già oggi, probabilmente, i sondaggi ci diranno, al di là delle impressioni degli analisti, qual è stata la ricaduta sul pubblico. I perdenti avranno una settimana di tempo per correggersi e giocare, sul terreno insidioso della politica estera, la carta del riscatto.

 

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