Il Consiglio dei ministri ha approvato il decreto legge che sposta dal 30 aprile al 30 giugno il termine di scadenza per la presentazione del Mud. Alla fine l'ha spuntata il ministro per l'Ambiente Stefania Prestigiacomo: le 600mila imprese obbligate a fare la dichiarazione ambientale possono tirare un sospiro di sollievo evitando pesanti sanzioni per la mancata presentazione nei termini previsti.

Il pasticcio è stato creato tutto dal governo che già da settimane aveva annunciato la proroga per ridefinire i moduli della dichiarazione pubblicati sulla Gazzetta Ufficiale soltanto mercoledì e in una versione sbagliata, mancante di numerose schede. Il decreto legge, presentato tre settimane fa dalla Prestigiacomo, era stato bloccato dal Consiglio dei ministri per l'opposizione del ministro dell'Economia Giulio Tremonti.

Stamattina il via libera. Il decreto legge prevede anche la "sanatoria" per le dichiarazioni già presentate sulla base del modello approvato con il Dpcm del 2 dicembre 2008 e la redistribuzione delle emissioni di CO2 per i «nuovi entranti» nel sistema di scambio delle quote.

La norma intende far fronte alle difficoltà degli operatori che, per gli investimenti fatti nei nuovi impianti, avrebbero diritto alle quote ma non possono acquisirle per l'esaurimento della «riserva nuovi entranti», pari a 21,7 milioni di tonnellate di CO2. La riserva copre soltanto gli impianti avviati fino all'aprile 2009. Resterebbero esclusi gli impianti avviati successivamente, con il risultato di discriminarli rispetto agli altri e, in molti casi, «alterare in maniera irriperabile l'equilibrio economico-finanziario soprattutto delle piccole e medie imprese».

La soluzione adottata con il decreto legge prevede la determinazione di crediti per l'acquisto da parte degli operatori esclusi delle quote necessarie sul mercato, da rimborsare con i proventi delle aste per l'attribuzione delle quote a titolo oneroso per il periodo successivo al 2013.

 

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